Baban: «Ora serve un patto di responsabilità»

Venerdì 24 Febbraio 2017
«Le imprese sono pronte a investire nel futuro, in giro per l'Italia c'è un grande entusiasmo per il progetto Industria 4.0. La nostra preoccupazione è di trovarci di fronte a un governo indeciso e debole, che non ci possa aiutare a insistere su questa strada».
Il veneziano Alberto Baban, leader dei piccoli imprenditori e vice presidente nazionale di Confindustria, riflette su questo ennesimo momento delicato con l'Italia in mezzo al guado stretta tra una ripresa ancora debole e una situazione politica friabile. «Il mondo è sempre più complesso, c'è una grande incertezza geopolitica - commenta l'imprenditore veneziano - segnali di rallentamento dell'economia ci sono anche nel Nordest, ma non è solo una questione locale. E la situazione diventa più pesante in un Paese come il nostro che deve ancora trovare il suo equilibrio. Temo che l'attuale instabilità politica dovuta anche alle fibrillazioni interne al Pd diventi un fattore negativo sulle decisioni di politica industriale del governo».
Vede il governo Gentiloni debole e a rischio?
«In questo momento il governo per esempio non mi sembra abbastanza solido per trattare con forza con Bruxelles. Faccio un esempio: abbiamo sforato sugli impegni di bilancio di pochi decimali e la risposta della Commissione è stata ingegneristica, di recuperare subito uno scostamento dello 0,2% del Pil. In questo quadro le fibrillazioni Pd di certo non ci aiutano, danno una sensazione di ulteriore debolezza».
Teme che possa essere smontato il piano di sviluppo Industria 4.0?
«No. Il piano deciso dal passato governo siamo convinti che produrrà i suoi frutti e potrà dare ottimi risultati. Sta venendo ben metabolizzato da tutti gli imprenditori e da tutte le imprese italiane, l'idea di ammodernamento delle manifatture è nel dna dei nostri imprenditori al di là delle agevolazioni fiscali. E c'è una grande voglia di crescita e di investire in innovazione. Ma noi scontiamo anche un problema molto delicato di debolezza bancaria che soprattutto nel Veneto è una questione cruciale che stiamo vivendo sulla nostra pelle. Anche su questo problema servono interventi decisi».
Lei parla di grande incertezza e di debolezza dell'esecutivo, ma anche di grande voglia d'investire da parte degli imprenditori. Col Pd diviso e impegnato nel congresso per il nuovo segretario non è meglio andare quanto prima alle elezioni?
«Non bisogna distrarsi concentrandosi sulle elezioni o sulla legge elettorale. Il Paese ha agganciato una timida ripresa, l'inflazione sta salendo e questo è un segnale che i consumi stanno aumentando. Ma quello che conta è la fiducia: per questo va costruito un patto di responsabilità che coinvolga tutte le parti sociali. Tutti devono comprendere che siamo in un momento molto delicato e ognuno deve fare la sua parte, lo dico ai sindacati ma anche alla politica. Non bisogna che ognuno giochi la sua partita, non esiste la difesa di questa o quella categoria, bisogna pensare a un progetto molto più ampio. I temi della crescita e dell'occupazione devono sempre rimanere in primo piano nell'agenda politica».
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