Baban: «Ora basta tradiscono il Veneto»

Venerdì 26 Maggio 2017
Baban: «Ora basta tradiscono il Veneto»
«È adesso che bisogna alzare la voce, non si può far fallire le banche venete. Le conseguenze sarebbero incalcolabili, e non parlo solo degli 11mila dipendenti che rischierebbero il posto. Sarebbe una ferita gravissima per tutto il nostro territorio. Questa crisi scavalca i limiti della sostenibilità, qui è in gioco un'intera economia e anche un sistema sociale».
Alberto Baban, leader dei piccoli industriali di Confindustria, scandisce con attenzione le parole e non nasconde la sua preoccupazione di fronte al diktat della Commissione Ue: serve un altro miliardo dai privati per dare il via libera al salvataggio pubblico. «Non si tratta semplicemente di una questione di banche - avverte l'imprenditore veneziano - qui siamo di fronte a un territorio ferito che ha subìto una crisi impensabile. Se l'Europa non sarà capace di valutare la situazione nel suo complesso la gente lo vivrà come un tradimento».
Vede rischi sociali e proteste in caso di fallimento di Popolare Vicenza o Veneto Banca?
«Non ero azionista delle due banche, non parlo quindi con la rabbia di chi ha perso quasi tutto, però sono azionista del territorio che abito e dico chiaro e forte: non si può lasciare sola questa gente. Ho sentito tante storie, moltissime imprese che hanno difficoltà oggettive, persone e famiglie in crisi, è un dramma collettivo che potrebbe fare da detonatore su tutta l'economia di questo territorio proprio ora che vi sono segnali positivi e incoraggianti. A Bruxelles devono capire che queste non sono banche marginali e locali».
La Ue chiede un altro miliardo dai privati. Atlante si nega. È possibile trovare questi soldi dagli imprenditori o dai risparmiatori del Nordest?
«C'è la possibilità che capitali privati possano partecipare al salvataggio, ma quando ci sarà chiarezza. Non si può chiedere soldi oggi col pericolo del bail in. Prima bisogna costruire margini di fiducia. In Europa stanno sottovalutando molte cose, non capiscono il legame tra queste banche e un territorio con centomila partite Iva. Non si può sperimentare in casa nostra una roba del genere, non si può giocare col fuoco».
Governo assente come accusa il governatore del Veneto Zaia?
«La politica italiana deve agire compatta a livello europeo. Il ministro Padoan ha dato un messaggio di serenità: state tranquilli una soluzione la troviamo. Non è il momento di stilare pagelle, concentriamoci e spendiamo l'energia per gestire quest'emergenza. Uniti. Chi ha buone proposte si faccia avanti. Questo è un problema di tutti, che sia destra o sinistra».
Tutti uniti, ma i soldi da dove arriveranno?
«Questo è un territorio dinamico, in fermento, dove si respira di nuovo fiducia. I concorrenti delle due banche hanno raccolto a man bassa in Veneto in questi anni, questo perché rimane un'area di grandi risparmiatori. Sono dunque convinto che i soldi per il salvataggio ci sono, anche guardando all'estero. Unicredit ha trovato 13 miliardi in Borsa, vuole che non si riesca a trovare un miliardo per le venete? Bisogna prima però ritrovare calma e razionalità. E partire da un presupposto: salvare il sistema Veneto è sicuramente un buon affare».
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