Alcuni hanno pagato 27mila euro

Giovedì 27 Aprile 2017
La Procura della Repubblica di Treviso torna a indagare sul caso dei vaccini e da ieri Emanuela Petrillo, l'assistente sanitaria sospettata di aver solo finto di effettuare la profilassi per diverse malattie virali - tra cui il morbillo - a centinaia di bambini è sotto inchiesta per il reato di omissione in atti d'ufficio.
Il gip ha infatti accolto la richiesta del sostituto procuratore Barbara Sabattini di riaprire l'inchiesta che a settembre si era chiusa con l'archiviazione. Decisivi i nuovi elementi contenuti nella nota inviata dalla Ulss 2 nei giorni scorsi e contenente i dati relativi alle analisi condotte su un campione di soggetti che l'infermiera avrebbe vaccinato e che invece risultano non immunizzati. Nel frattempo l'azienda sanitaria trevigiana fa sapere di avere predisposto nuovi ulteriori controlli: una verifica a tappeto, condotta su tutti quei casi sospetti richiamati per una nuova vaccinazione, eseguita con modalità tali da poter rappresentare un possibile elemento di prova importante a carico di quella che il diretto della Ulss Francesco Benazzi ha definito l'assistente infedele.
A quel punto, se si dovesse provare l'assenza di risposta immunitaria su un numero di casi superiore ai livelli ritenuti fisiologici (pari a circa il 5% dei vaccinati) secondo la Ulss 2 ci sarebbe la prova evidente del comportamento della Petrillo, la cui attività di vaccinazione è oggetto di verifica anche da parte delle autorità sanitarie friulane.
Intanto in Friuli Venezia Giulia la Regione prepara una stretta: niente iscrizione al nido o alla materna per i bambini senza certificato di vaccinazione. E non solo per antipolio, antidifterica, antitetanica ed epatite B. Anche per morbillo, varicella, Tbe da zecca e altre malattie. La maggioranza regionale di centrosinistra ha affidato alla consigliera Pd pordenonese Renata Bagattin la definizione delle norme. Si prevede che nei casi di copertura più bassa, l'Azienda sanitaria possa chiedere al sindaco di sospendere la frequenza scolastica dei bambini, arrivando perfino a chiudere la struttura. «In questo modo introduciamo un modello di coinvolgimento delle persone spiega la consigliera pordenonese dunque una vaccinazione consapevole».
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