Unioni, Panontin va al contrattacco: «Patto rispettato su fondi e funzioni»

Giovedì 1 Settembre 2016
TRIESTE - «Il patto dei sindaci con la presidente Debora Serracchiani non è stato reso carta straccia. Anzi, è stato rispettato in tutto e per tutto dal Consiglio regionale meno un solo, specifico aspetto, che tuttavia rivela un impatto minimale».
Sull'attuazione della riforma delle Unioni territoriali Paolo Panontin, l'assessore regionale alle Autonomie locali, ribatte punto su punto ai ribelli Mauro Zanin e Renato Carlantoni, sindaci rispettivamente di Talmassons e Tarvisio. E lo fa cominciando proprio da quell'unico punto non rispettato in sede di approvazione della norma di legge più recente: la legge regionale 10 di quest'anno: «Possono esercitare una serie di funzioni in forma non aggregata i Comuni con almeno 15mila abitanti e non più almeno 10mila come da norma precedente - ammette Panontin - tuttavia vengono previste deroghe tali da neutralizzare qualsiasi "punizione" nei confronti di chicchessia».
L'assessore chiarisce infatti che «ai Comuni montani si applica una soglia di 5mila abitanti». Inoltre «la soglia si abbassa a 7.500 o a 3mila abitanti in caso di particolare adeguatezza della struttura amministrativa del singolo Comune». E se non bastasse viene prevista «una riduzione della soglia pari al 30% in alcuni casi particolari come la presenza del confine o di minoranze linguistiche»: Panontin sottolinea che «è proprio il caso di Tarvisio».
Morale: alla fine applicando la norma «soltanto 6 Comuni del Friuli Venezia Giulia che prima erano esentati dalle aggregazioni di funzioni ora vengono invece obbligati». Si tratta di «Cervignano, Fontanafredda, Fiume Veneto, Tavagnacco, Latisana e Muggia». Ma «soltanto Muggia non ha ancora aderito alle Unioni» e quindi il tema si riduce a un solo Comune.
Quanto al fronte delle scadenze entro le quali diventa obbligatorio aggregarsi nelle Unioni per non subire l'esclusione dai fondi stanziati a sostegno delle aggregazioni, Panontin chiarisce che «nel testo stesso dell'accordo con i sindaci e nella norma di legge si parla della possibilità di arrivare al 31 dicembre prossimo», sebbene il termine formale sia attualmente fissato al 15 settembre prossimo.
E a proposito delle risorse, «abbiamo istituito un fondo da 25 milioni di euro erogato dalla Regione alle 18 Unioni territoriali». Questi soldi «possono essere gestiti discrezionalmente da ciascuna Unione mediante attribuzione dei soldi per opere pubbliche ai singoli Comuni, purché beninteso si tratti di Comuni che hanno aderito al processo di aggregazione».
Ultimo punto: cosa faranno Trieste e Pordenone? Accetteranno le Unioni o facendo leva sulle proprie "masse critiche" infileranno formidabili bastoni politici (ed elettorali) fra le ruote della riforma? «Dopo il voto di giugno ho incontrato sia Roberto Dipiazza che Alessandro Ciriani - confida l'assessore regionale - raccogliendo dichiarazioni di non belligeranza». Tuttavia «la politica fa il suo gioco e perciò dovremo verificare insieme cosa abbia senso fare per attuare l'aggregazione senza provocare squilibri».
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