«Unioni, occasione mancata in aula»

Venerdì 1 Luglio 2016 di «La maggioranza non ha voluto sostenere il mio emendamento che avrebbe garantito la libera scelta»
«In Consiglio regionale la maggioranza di Centrosinistra aveva la possibilità di risolvere ogni conflitto sulle Uti, firmando l'emendamento che avevo preparato. Non l'ha neppure considerato e così si torna alla diatriba, con il nuovo no dei sindaci ricorrenti». Il consigliere regionale di Autonomia responsabile, Roberto Revelant, entra così nel merito del travagliato avvio delle Uti, le Unioni territoriali intercomunali, che oggi cominciano ufficialmente a funzionare in regione dopo essere state costituite il 15 aprile. A rinfocolare le prese di posizione è l'ultima modifica alla riforma che, varata a fine 2014 con la legge 26, è arrivata alla decima messa a punto.
La scorsa settimana la Giunta ha tradotto in emendamento l'accordo siglato il giorno prima con una delegazione di Anci Fvg composta per la maggior parte dai sindaci ricorrenti, che avevano deciso di riporre definitivamente le «armi» dei ricorsi giudiziari a fronte dell'impegno regionale a eliminare le penalità per i Comuni che, rispettando i criteri di adeguatezza, non avrebbero aderito alle Uti. In Consiglio, però, nella visione dei sindaci ribelli la maggioranza ha cambiato le carte in tavola, eliminando le penalità per l'anno in corso ma non per il 2017 e 2018. Da qui l'avviso, già esplicitato, di star studiando nuove azioni.
Il subemendamento di Revelant, a firma condivisa della minoranza, prevedeva che «chi sta nelle Uti provvede a finanziarle; chi sta fuori non deve avere l'obbligo di farlo, come invece ha previsto un atteggiamento arrogante e dispotico del governo regionale». Per i Comuni ricorrenti il finanziamento alle Uti, ha calcolato Revelant «equivale al 2% dell'ammontare complessivo dei trasferimenti agli enti locali, pari a 350 milioni». Secondo il consigliere, la proposta caduta nel vuoto «non avrebbe intaccato gli obiettivi regionale e avrebbe mantenuto il principio di libera scelta».
Revelant non si ferma qui, però, poiché nell'ultima modifica alla riforma degli enti locali c'è un ulteriore elemento che, a suo avviso, ha del «dispotico». Si «impedisce ai Comuni che non intendano aderire alle Uti di potersi convenzionare per la gestione dei servizi socio-assistenziali. In un clima di leale collaborazione - afferma il consigliere usando l'ironia-, questa imposizione è perfino peggiore delle penalizzazioni».
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