Torna la lotta politica a suon di pugni

Venerdì 23 Giugno 2017
Torna la lotta politica a suon di pugni
PORDENONE - Gli anni di piombo per fortuna sono lontani, relegati nei libri di storia. Ma a Pordenone è tornata - seppur in versione locale e circostanziata - la lotta politica tra le frange più attive di destra e sinistra, con uno specifico accento posto sul mondo dei movimenti giovanili e scolastici. E lo scontro stavolta è fatto di accuse gravi e altrettanto specifiche repliche. Sul ring da un lato Pn Rebel, collettivo culturale vicino alla sinistra, e dall'altro la sezione pordenonese di Casa Pound, dichiaratamente di destra. Il pomo della discordia è rappresentato da quella che Pn Rebel definisce come un'aggressione: «Nel pomeriggio di mercoledì 14 giugno - spiegano i membri del collettivo - un ragazzo aderente a Pn Rebel è stato vittima di un'aggressione da parte di un militante di Blocco Studentesco, sezione giovanile di Casapound. Mentre si trovava insieme ad altre persone in pieno centro è stato individuato da tre militanti del blocco, tutti frequentanti una scuola superiore della provincia. Prima è stato aggredito verbalmente - prosegue il collettivo - poi gli sono stati tolti gli occhiali e sferrati due pugni, a freddo e in pieno volto. Allontanati dagli altri ragazzi presenti che hanno difeso la vittima, se ne sono andati via verso la loro sede». Ma la replica di Casapound non si è fatta attendere: «Oggi veniamo a conoscenza dell'ennesima follia: un'aggressione da parte di un nostro militante ai danni di un appartenente agli ambienti antifascisti - spiega in una nota Emanuele Gibilisco, responsabile provinciale di Casapound - Peccato che, come dimostrato altre volte, la realtà sia ben diversa: il tutto si è consumato in un parcheggio di un supermercato, dove il nostro militante si era recato per fare la spesa. Nel medesimo parcheggio si trovava anche l'aderente a Pn Rebel che, riconosciuto il nemico'', è partito con delle provocazioni. D'altronde provocare è nello stile di chi non ha idee da proporre. Tra i vari scambi, legati per lo più a screzi in ambienti studenteschi, è partita una frase insolita per chi fa dell'antirazzismo la propria bandiera: un insulto legato alla nazionalità - straniera - del militante di Casapound il quale ha reagito con qualche spinta».
Marco Agrusti
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