Toghe e politica, il braccio di ferro sul presidente ex parlamentare Pd

Venerdì 23 Giugno 2017
Toghe e politica, il braccio di ferro sul presidente ex parlamentare Pd
PORDENONE - (c.a.) Tribunale in subbuglio a Pordenone per la mancata nomina del nuovo presidente. L'annuncio era atteso verso le 13 di mercoledì. Ma i minuti passavano e da Roma nessuna novità. Poi l'annuncio: il plenum del Csm si era spaccato sul candidato Lanfranco Maria Tenaglia e, dopo un acceso dibattito, ogni decisione è stata rinviata a luglio con 11 voti a favore. In otto, invece, erano pronti ad andare al voto. Tenaglia non vuole commentare, preferisce attendere la decisione del Consiglio superiore della magistratura. È stato proposto con i 4 voti favorevoli dei consiglieri delle correnti di sinistra di Area e di Unicost. A favore dell'attuale presidente della sezione penale del Tribunale di Pordenone, Licia Consuelo Marino, si sono invece schierati il consigliere di Magistratura indipendente e il laico di centrodestra.
Perchè tanta polemica su Tenaglia? Perchè ha fatto il parlamentare per due legislature. Perchè ha fatto il ministro ombra di Veltroni nel 2008/09, durante il Governo Berlusconi. Perchè era stato proposto dal Governo Renzi per la nomina a consigliere di Stato. Perchè, avendo fatto anche il segretario del Csm e il consigliere del Csm, alla fine ha circa otto anni di attività giudiziaria, mentre la Marino ha un'esperienza ultratrentennale e nessun precedente politico.
Inutili le parole spese a favore di Tenaglia da Paola Balducci (Sel), laica di centrosinistra. Luca Forteleone e Claudio Galoppi (Magistratura Indipendente) si sono schierati per la Marino dichiarandosi «sconcertati» per la candidatura di un magistrato con un passato in politica. Per la Marino si sono espressi anche il laico di Fi Pierantonio Zanettin e Alessio Zaccaria (M5S). Nessuno ha contestato la figura professionale di Tenaglia, a cui è stata riconosciuta la mole di arretrato smaltito al Tribunale per i minori di Venezia e l'attività in Commissione tributaria regionale a Venezia. I dubbi riguardano i criteri della nomina, come ha sottolineato Forteleone: «C'è incoerenza: il legislatore ha dato indicazioni precise su chi ha fatto politica. Prima diciamo una cosa, poi ne facciamo un'altra». E Galoppi ha rincarato: «Non è possibile che ci siano prediche nei convegni e poi si venga a votare con questo coraggio ardimentoso un collega che ha fatto otto anni, benissimo, il giudice e mantiene contatti con la politica».
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