«Sulla sanità basta figli e figliastri»

Domenica 11 Dicembre 2016
«Sulla sanità basta figli e figliastri»
È in discussione la legge di stabilità regionale, un momento in cui vengono redistribuite risorse economiche anche sulla sanità. «Vi sono delle priorità che il territorio del Friuli occidentale non può rimandare. Inoltre, qual è lo stato dei servizi socio-sanitari della nostra provincia? E qual è quello dalle altre province? I numeri ci sono, perché non vengono diffusi?». La Cgil provinciale, con il Sindacato dei pensionati, su questi aspetti va giù pesante. «Deve essere garantita - sottolinea il sindacato - la parità di accesso ai servizi e alle prestazioni sanitarie riducendo le differenze territoriali ancora presenti per superare le diversità fra cittadini in base alla residenza». Come dire: Pordenone soffre di una iniquità rispetto ad altre aree del territorio regionale. Ma quali sono gli ambiti di criticità? «Qualche esempio. Nelle Rsa - sostiene il sindacato - c'è la difficoltà nel garantire alcune funzioni nel distretto urbano e a Sacile. Nella neuropsichiatria infantile quattro addetti sono andati in pensione senza essere sostituiti, altro personale è assente per malattia di lunga durata: ne consegue che il personale deve operare a scavalco fra più distretti e la famiglie sono costrette a spostare i bambini da un distretto all'alto». Altra situazione critica è quella dei consultori familiari. «È stata eliminata del tutto l'attività sanitaria rivolta alle donne di tutte le età. È rimasto solo il servizio rivolto alle donne in gravidanza, la contraccezione e l'interruzione di gravidanza». Insomma, si chiede che l'assistenza territoriale disponga di personale e strumentazione analoghe a quelle di altri territori. L'accento anche sull'assistenza agli anziani e alla fasce più deboli della popolazione: servono cure adeguate e continuative.
Ma le situazioni di difficoltà non riguardano solo la sanità ospedaliera e territoriale. «Sul fronte della prevenzione - fa presente la segretaria Giuliana Pigozzo - si è poco investito con il risultato che aumentano le malattie da lavoro. Sia inoltre riservata attenzione nelle economie e nell'utilizzo di risorse pubbliche evitando che i tagli ricadano, come sta avvenendo, sui lavoratori degli appalti o sui troppi precari presenti in questo settore vitale».
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