Su polsino e scarpa dell'ex muratore il sangue del fratello

Domenica 22 Gennaio 2017
Su polsino e scarpa dell'ex muratore il sangue del fratello
Negli indumenti sequestrati al settantatreenne Corrado Rosset, indiziato di omicidio, c'è il sangue del fratello. Ieri mattina il Ris di Parma ha confermato i sospetti dei Carabinieri. Sul polsino della camicia c'è uno schizzo di sangue che appartiene alla vittima, il settantanovenne Calisto Rosset, trovato morto martedì pomeriggio nel cortile della sua abitazione in via Fossadella 4 a Tiezzo. Il Dna ricavato dalla goccia di sangue trovata sulla tomaia di una scarpa, invece, è misto: c'è quello di Calisto, ma anche quello di Corrado. La traccia, in questo caso, sarebbe compatibile con un'azione violenta. Entrambe le macchie sono ritenute, proprio per la loro collocazione, sospette e fanno pensare che Corrado Rosset non si sia sporcato quando il fratello era già a terra.
Mentre i carabinieri del Nucleo investigativo di Azzano continuano a sentire testimoni per cercare di ricostruire la tragedia di Tiezzo, ieri c'è stata l'udienza di convalida del fermo predisposto dal pm Federico Facchin. Si è tenuta in ospedale, dove l'anziano è ricoverato ai domiciliari. È durata il tempo della verbalizzazione, perchè l'ex muratore si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel primo pomeriggio il gip Alberto Rossi ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in una struttura psichiatrica, come aveva chiesto lo stesso avvocato Antonio Pedicini. L'ordinanza è stata eseguita dai carabinieri di Azzano.
«Corrado Rosset - ha detto il legale - ha bisogno di cure e di una struttura adeguata. Per anni si è sottratto volontariamente alle terapie e probabilmente questo è all'origine della tragedia familiare». Anche la Procura intende capire come mai l'ex muratore fosse abbandonato a se stesso. Il pm Facchin ha già acquisito il fascicolo che aveva in qualità di paziente al Centro di igiene mentale. La prima segnalazione risale al 1979, ma sarà il consulente che verrà nominato domani a fornire alla Procura indicazioni importanti sull'attuale stato di salute mentale di Rosset e sulla sua capacità di intendere e volere. Si tratta di uno psichiatra che sottoporrà l'ex muratore di Tiezzo a perizia psichiatrica. Il magistrato intende inoltre nominargli un amministratore di sostegno che possa interloquire con l'avvocato Pedicini e tutelare gli interessi dell'anziano.
Il fronte delle indagini resta comunque aperto. «Il sangue sugli indumenti di Corrado è del fratello - specifica l'avvocato Pedicini - ma il test del Dna non ci chiarisce se era soltanto presente sulla scena del delitto o se ha aggredito la vittima». I carabinieri continuano a raccogliere testimonianze per ricostruire le giornate di Calisto e Corrado. E, soprattutto, per capire quando Corrado è andato dal fratello. Resta aperto il fronte sull'arma del delitto. Un coltello con lama ricurva, questa è l'indicazione dei medici legali che martedì eseguiranno l'autopsia. Una britola? Un paio di forbici o di cesoie? Nonostante le ricerche lungo il tragitto tra via Fossadella e via Corva, dove viveva Corrado, l'arma da taglio non è stata ritrovata. Nemmeno nelle cassette degli attrezzi dei due fratelli - anche quelli da giardinaggio - è stato trovato un coltello o qualcosa di compatibile con le ferite costate la vita a Calisto Rosset.
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