Stile Ciriani, gli ex sindaci lo bocciano

Sabato 23 Settembre 2017
IL SONDAGGIO
PORDENONE Le note positive riguardano l'approccio deciso e l'efficienza dimostrata in questi primi quindici mesi di amministrazione, ma anche scelte quali l'attenzione ai quartieri. Critiche invece alle modalità comunicative e, più in generale, allo stile, così come alla gestione della questione immigrati. Sottoposto al giudizio dei suoi predecessori in municipio, il sindaco Alessandro Ciriani incassa note di merito e di demerito più o meno alla pari e anche qualche dritta per il futuro. «Dal punto di vista dell'attività, mi pare si stia muovendo con una certa vivacità sul piano dell'immagine, dell'efficienza e del rilancio di un comune sentire - è la prima impressione del decano Alvaro Cardin -. È una persona decisa e dotata di esperienza amministrativa». Poi i grandi temi e le priorità: «Per quanto riguarda gli aspetti di natura strutturale e strategica, credo debba affrontarli in maniera più decisa e programmata. Mi riferisco alle questioni relative al recupero urbano, a quelli che una volta venivano chiamati piani di recupero, all'impegno nel ripristino degli ambiti dell'esistente. Parlo di recupero dal punto di vista urbanistico e ambientale». E cita alcuni esempi, dall'area del Noncello al recupero delle antiche rogge, per arrivare a quello di alcuni immobili e dell'area Amman. Cardin sottolinea poi come dal capoluogo - e da chi lo amministra - ci si attenda un ruolo di leadership, anche dopo la chiusura della Provincia. «Bene l'avvio e l'impegno sul fronte culturale - conclude -, ma bisogna creare i presupposti per rinsaldare un patriottismo territoriale, affinché Pordenone si identifichi con le sue radici manifatturiere, dell'industria del mobile e delle piccole attività artigiane».
Dal predecessore politicamente più vicino, Alfredo Pasini, le stoccate sono già arrivate, e pesanti, qualche mese fa, sulla sicurezza. L'ex sindaco di centrodestra aveva infatti attaccato Ciriani sui social: «Mi dispiace molto vedere questa città in mano a Rete solidale, alle coop, Croce rossa & co., che gestiscono una immigrazione selvaggia contro la quale si è parlato ma non si sono prodotti fatti: gli sgomberi di due aree non sono stati fatti, sono redistribuzione. Ho aspettato un anno per parlare; ora, visto il rapido deteriorarsi della situazione, ho detto la mia». E chiudeva accusando il sindaco: «Hai appena cominciato, ma parli già come se fossi Erdogan».
Declina l'invito a giudicare il suo successore Sergio Bolzonello, nel rispetto del ruolo istituzionale di vicepresidente della Regione, mentre Claudio Pedrotti parte da una sorta di voto in condotta, ossia dallo stile: «Sicuramente è il primo sindaco che fa politica via Facebook, almeno a Pordenone. Possiamo riconoscere una svolta nella comunicazione e augurarci che a questo corrisponda anche una svolta nei fatti». Ma di questa svolta nella comunicazione l'ex sindaco vede soprattutto gli aspetti negativi: «È grave confondere la comunicazione istituzionale con la creazione del consenso politico personale: le due cose dovrebbero essere tenute distinte. Lo andremo a misurare sui fatti: per ora, oltre le feste, di sostanza non c'è molto». Pedrotti rileva poi come Ciriani possa beneficiare di «un momento migliore dal punto di vista economico, e dunque con lo spazio per esserci, come città, nell'affrontare questo momento di crescita economica. E in questo ci auguriamo possa avere successo». Una nota positiva l'ex sindaco la rintraccia poi nell'attenzione a tutte le zone della città: «Con le attività rivolte ai quartieri, come per esempio i mercatini, questa Giunta ha dimostrato vicinanza e attenzione anche a queste zone».
Lara Zani
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