«Sono troppi, Udine scoppia»

Martedì 31 Maggio 2016 di Opposizione polemica. L'assessore: questione umanitaria
Arrivano dalla tragedia dei barconi, i migranti che Udine si prepara ad accogliere alla caserma Friuli. L'assessore Antonella Nonino lo ricorda subito. «I profughi che aspettiamo in città, che dovrebbero essere in tutto 65, 50 in una prima tranche più altri 15, sono i sopravvissuti dei naufragi, dove ci sono stati così tanti morti. Dovevano arrivare in città lunedì, ma poi l'arrivo è slittato proprio perché sono ancora impegnati nel riconoscimento delle salme. Una situazione che si presta poco a valutazioni del tipo "sono troppi". Prevale il discorso di natura umanitaria. Potrebbero esserci dei bambini, delle donne... Ancora non lo sappiamo».
Ma la città è pronta ad accoglierli? «Udine - risponde Nonino - accetta una situazione internazionale e si prepara a gestire al meglio un'emergenza che è più grande di questo Paese. Lo faremo come lo stanno facendo in altre parti d'Italia, dove la portata del fenomeno è ben maggiore. Nella zona di Reggio Calabria ne arrivano dodicimila». A Udine, con questi arrivi attesi nei prossimi giorni (forse fra domani o dopodomani, ma non ci sono certezze), il conto totale dei profughi supererà quota 1.200. Secondo la Cri Udine, infatti, ieri alla Cavarzerani ce n'erano «540», che, aggiunti ai 170 ancora alla "Friuli" (destinati ad essere spostati in via Cividale all'arrivo del gruppo dal Sud), portano la somma a «oltre settecento», come spiega il direttore Cri Fabio Di Lenardo. E poi, aggiunge Nonino, ce ne sono «60 al dormitorio Caritas, 310 nel sistema di accoglienza Aura, 57 in Sprar e 113 minori». «Ma non si può fare un discorso di numeri. Non si può dire "oddio, arrivano anche questi". La questione umanitaria prevale su tutto. Poi, non è che 50-60 cambino molto il quadro. Inoltre, questi migranti dovrebbero fermarsi solo per le procedure di identificazione e screening sanitario», dice Nonino. «Non sappiamo ancora esattamente quando arriveranno. Dovrebbero essere 50 più altri 15 - confermava ieri mattina dalla Prefettura la dirigente dell'ufficio Immigrazione Maria Egle Bruno -. Siamo in attesa di notizie». A Udine, i numeri complessivi «sono importanti», ma «cercheremo di accoglierli nel migliore dei modi comunque». Una missione che la Cri farà in modo di svolgere al meglio, assicura Di Lenardo, con il presidente Sergio Meinero. «Stiamo valutando di potenziare il personale. Decideremo domani (oggi ndr). Alla Cavarzerani non ci sono problemi igienici: è tutto in ordine. Domenica abbiamo condiviso al tavolo in Prefettura con tutti gli attori coinvolti il modello da applicare qualora arrivino i nuovi migranti: sposteremo alla Cavarzerani i 170 oggi alla "Friuli", per far posto ai nuovi arrivati». «Ormai i numeri sono andati fuori controllo. Eravamo preoccupati nel 2013, quando dicevamo che il problema si strutturava e non era più un'emergenza, figurarsi ora - critica Vincenzo Tanzi (Fi) -. La Cavarzerani è già piena, adesso occuperanno la Friuli, ma non possiamo destinare tutte le caserme ai profughi. La Regione dovrebbe fare di più». Per Mario Pittoni (Lega) l'assegnazione alla regione di altri migranti conferma «che Roma in Friuli ormai fa quello che vuole». «Finiamola di domandare fondi e strumenti, come ex caserme, per gestire più migranti», aggiunge, sottolineando che «a Udine sono ormai il triplo di quanto previsto dalle direttive regionali». Per la leghista Barbara Zilli «la situazione è esplosiva» e i vari centri «scoppiano».
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