Soci prestatori in fila per i rimborsi

Martedì 23 Agosto 2016
TOLMEZZO - (d.z.) Sono entrate nel vivo ieri mattina da Tolmezzo le operazioni pratiche per i rimborsi liberali stanziati da Coop Alleanza 3.0 in favore dei soci prestatori Coopca travolti dal crack della storica cooperativa carnica. «La prima giornata è andata bene - commenta il presidente del Comitato Solidarietà Attiva, Graziano Pasqual, coadiuvato nelle operazioni dal sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo che è anche consigliere del comitato stesso - la gente è arrivata con tutta la documentazione richiesta, dalle loro parole c'è soddisfazione per l'intervento del mondo cooperativo ma naturalmente ancora molto rammarico e rabbia per la vicenda societaria». Al momento sono poco più di 1500 su oltre 3 mila i soci prestatori che hanno inviato il modulo per la richiesta di rimborso, sollecitato nei mesi scorsi. A essi è arrivata la lettera con l'invito a presentarsi all'appuntamento fissato in quattro sedi specifiche scelte per macro-aree: oltre a Tolmezzo (al centro sportivo di Via Marchi, a Mestre per i prestatori del Veneto, a Pordenone, al centro commerciale Meduna, a Udine alla sede di Lega Coop). Nell'invito è specificata l'ora e la data di ritrovo: «Quando arrivano da noi sono chiamati a sottoscrivere una ricevuta, compilata con i tutti i dati, ci forniscono il numero delle coordinate bancarie e 15 giorni dopo riceveranno l'accredito sul conto corrente; quelli che dovranno avere somme inferiori ai 2.500 euro - specifica Pasqual - considerate modiche entità come donazione, riceveranno l'intera somma spettante, ovvero il 50% di quella presente nel libretto; gli altri riceveranno sempre il 50% ma diviso in tre tranche: per la prima ci sarà la sottoscrizione di un atto notarile, con atto unico, solo in quest'anno, mentre per i rimborsi delle altre due tranche, 2017 e 2018, l'accredito sarà automatico». Nessuna possibilità invece di riavere indietro qualcosa per i soci azionisti, promotori nei giorni scorsi di alcune lettere aperte anche alla Regione, oltre che della messa in mora degli ex dirigenti: «Le risorse stanziate con l'atto di liberalità purtroppo non erano sufficienti anche per coprire questa categoria» conclude Pasqual.
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