Sanità friulana promossa al 58%

Lunedì 29 Agosto 2016 di In minoranza le prestazioni a rischio peggioramento: vaccinazioni e prevenzione tumori
Più del 58% degli indicatori che valutano la qualità del Servizio sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia nel 2015 è significativamente migliorato rispetto all'anno precedente, con punte di rilievo nel settore delle cure domiciliari agli anziani, nell'uso delle terapie per il controllo del dolore, nella capillarità dell'offerta ai cittadini dei test di screening e delle vaccinazioni, nei tassi di ospedalizzazione, nella percentuale di parti naturali, nel miglioramento dei tempi di intervento per la frattura del femore e nelle attività ispettive di supporto al mondo del lavoro per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. A testarlo è stato il laboratorio di ricerca Mes-Management della sanità della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, istituto universitario pubblico che opera nelle scienze applicate.
Nell'insieme, nel 2015 rispetto al 2013, si assiste - la rappresentazione grafica è quella di un bersaglio che fotografa la situazione reale di tutte le componenti del sistema sanitario - a un miglioramento complessivo delle prestazioni del Friuli Venezia Giulia, anche se persistono ancora margini di miglioramento.
Sono 69 gli indicatori con i quali è stata monitorata la sanità della regione: per il 40,3% ha rivelato condizione migliorate nel 2015 rispetto all'anno precedente con «trend positivo, diminuita la variabilità»; il 17,9% una condizione «sulla buona strada»; nel 17,9% dei casi la situazione è «stazionaria». Il 7,5% degli indicatori ha segnalato «attenzione, trend negativo, aumentata la variabilità» e nel 16,4% dei casi le prestazioni sono peggiorate. «Le difficoltà maggiori, peraltro presenti in molte parti d'Italia, riguardano paradossalmente alcune attività di prevenzione su cui la Regione da sempre è particolarmente impegnata - spiega l'assessore Telesca -: a fronte di una offerta di test di screening oncologici che è fra le migliori d'Italia per capillarità e organizzazione, infatti, l'adesione dei cittadini non è ottimale, come avviene per le vaccinazioni». Su questi margini di miglioramento, ha assicurato, «ci concentreremo con determinazione in futuro», poiché «la riforma della sanità regionale è basata su standard di qualità e sicurezza delle cure, condivisi a livello nazionale e internazionale». Lo studio del Mes ha messo il bollino rosso, per esempio, sull'adesione allo screening mammografico che coinvolge il 65,95% delle interessate, con un coefficiente di variazione in negativo dello 0,04 nel 2015 ed era stato dello 0,07 l'anno precedente. Bollino rosso anche sulla copertura vaccinale contro morbillo-parotite-rosolia (82,01%), antipneumococcico (81,02%) e per l'esavalente a 24 mesi (90,22%). È in zona rosso anche la percentuale (78,52%) di interventi conservativi, ricostruttivi alla mammella per tumore maligno e quella dei parti operativi (uso di forpice o ventosa), pari allì8,7 per cento e bisogna abbattere il tasso di ospedalizzazione pediatrico per asma e per gastroenteriti. Matita rossa, infine, sulla spesa farmaceutica territoriale pro-capite.
Pre allerta per l'adesione allo screening della cervice uterina, colonrettale e per le dimissioni volontarie.
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