TRIESTE - (e.b.) Un forte accordo politico con il Governo che definisca tempi e modalità dell'intesa per le modifiche degli statuti delle Regioni autonome: lo chiede con una mozione il centrodestra consiliare. Il timore, al di là della riforma costituzionale e dell'esito del referendum, è quello di un «pericoloso neocentralismo che vede le Regioni come un pericoloso intoppo e organismi di malaffare». Prosegue Claudio Violino: «Il tavolo Bressa istituito l'anno scorso avrebbe dovuto definire i tempi e le modalità di attuazione dell'intesa, invece è stato congelato in attesa del referendum». Rincara Alessandro Colautti: «Serve un patto politico perché il principio dell'intesa potrebbe trasformarsi in supremazia, raccordiamoci con le altre autonomie locali alpine» mentre Riccardo Riccardi ha posto l'accento sui due ruoli della presidente Debora Serracchiani (numero 2 del Pd a livello nazionale) parlando di «interessi contrapposti» e ricordando come tra il 2011 e il 2015 l'impegno finanziario della Regione nei confronti dello Stato sia stato pari a 1,3 miliardi di euro su 4,5 di bilancio regionale. «Specialità sprecata da una politica incapace, con i 6/10 dei tributi finora è stato attuato appena il 30% delle competenze che prima erano gestite direttamente da Roma» denuncia Elena Bianchi (M5S). Replica Vincenzo Martines (Pd): «Falso problema, l'intesa che auspichiamo si concretizzi a breve rafforza il ruolo della specialità».
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