Referendum, bocciato il ricorso di Vampa: doveva decidere Trieste

Sabato 3 Dicembre 2016
PORDENONE - (d.l.) Dopo la bocciatura - un paio di settimane fa - a Milano del ricorso sul referendum costituzionale presentato dal professor Valerio Onida le possibilità che potesse essere accolto erano assai ridotte. Ma l'avvocato Franco Vampa - in questo caso nella veste di cittadino elettore che si è totalmente auto-finanziato l'azione legale - non ha mollato e ha voluto andare fino in fondo. Il ricorso da lui presentato al tribunale civile di Pordenone (si chiedeva che il referendum costituzione di domani venisse stoppato poiché l'eterogeneità dei diversi quesiti a fronte di una richiesta di una sola risposta - o sì o no - limiterebbe la libertà di scelta nel voto degli elettori) è stato respinto dal tribunale di Pordenone proprio alla vigilia della consultazione. La sentenza del giudice civile del tribunale cittadino non entra nel merito del ricorso presentato, ma lo respinge su un fatto di metodo: l'incompetenza della sede di Pordenone dovuta al fatto (sulla base di precedenti sentenze) che il giudice chiamato a pronunciarsi dovrebbe essere quello in cui ha sede distrettuale l'Avvocatura dello Stato, nel caso della nostra regione Trieste. È competente il giudice del luogo - si legge nella sentenza - dove ha sede l'Ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto si trova il giudice che sarebbe competente secondo le norme ordinarie. Anche se Vampa ha ricordato che il ricorso milanese di Onida era stato presentato all'Avvocatura di Roma senza che fossero sollevate eccezioni.
«Il giudice non è entrato nel merito - commenta soddisfatto Vampa -. Il ricorso perciò, in linea di principio, mantiene tutta la sua fondatezza. Credo che prima o dopo la Corte costituzionale dovrà intervenire sulla problematica proposta. Mettere l'elettore di fronte all'obbligo da dare una sola risposta su diversi quesiti eterogenei tra loro non fa che limitare la libertà dell'elettore».
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