Realizzati i primi lavori Il poligono può aprire

Giovedì 4 Febbraio 2016
Riapre il poligono di Pordenone. L'attività, la cui sospensione era stata disposta a dicembre dalla Prefettura in quanto l'edificio di via Tiro al segno era stato dichiarato "non a norma", riprende sabato. È questo quello che è stato deciso martedì in un tavolo al quale hanno partecipato il prefetto Maria Rosaria Laganà, il presidente del comitato Uits (Unione italiana di tiro a segno), Lido Martellucci, i vigili del fuoco del comando provinciale e il direttivo del Tiro a segno di Pordenone con il testa il presidente Antonio Carabba. I vigili del fuoco hanno verificato che fossero stati eseguiti alcuni lavori funzionali, già previsti da un cronoprogramma messo nero su bianco, come la realizzazione dell'impianto antincendio e la sistemazione dell'impianto elettrico. Altri invece saranno eseguiti entro ottobre. «Finalmente - sottolinea Daniela Ellero, consigliera del direttivo e referente del comitato delle mamme degli atleti che utilizzano la struttura per finalità sportive - dopo due mesi di trattative, incontri ed attese si sono ricreate le condizioni per il riavvio di tutte le attività sia formativa che addestrative di tiro. Per quanto riguarda l'attività agonistica riprenderemo gli allenamenti, in vista della seconda gara regionale valida per il Campionato italiano di quest'anno che si svolgerà proprio a Pordenone il 21, 27 e 28 febbraio». La sospensione dell'attività era stata imposta del prefetto, poiché sussistevano problemi legati ad agibilità e sicurezza. Il direttivo guidato da Carabba, invece, aveva sempre continuato a sostenere che era avvenuta «per un'errata interpretazione della normativa». Con la chiusura del Tiro a segno, 927 soci erano rimasti di fatto a piedi senza considerare, poi, che ad essere penalizzati erano atleti e pure forze dell'ordine. «Di fronte ad un cronoprogramma di interventi effettuati e da effettuare - ha spiegato il prefetto Laganà - è stata rilasciata una liberatoria per riaprire la struttura e, di conseguenza, permettere il normale svolgimento di tutte le attività interne. Ciò non toglie che vigileremo affinché tutti i lavori ancora da fare vengano portati a termine entro i termini prestabiliti. Continuo a ripetere che il poligono di Pordenone non era a norma e che sarebbe stato impossibile concedere permessi senza, almeno, che vi fosse un impianto antincendio».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci