Prostituzione, marito assolto e moglie a processo

Venerdì 13 Gennaio 2017
PORDENONE - Condannato a due anni di reclusione per aver indotto la moglie a prostituirsi, era stato assolto con formula piena in Corte d'appello. I guai giudiziari, però, non sono finiti. A processo - per l'ipotesi di falsa testimonianza e calunnia - si ritrova adesso la moglie, una donna sudamericana di 40 anni. Se il marito è uscito indenne dall'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, lei è accusata di aver testimoniato il falso per difendere il marito e di aver accusato ingiustamente un'altra persona. Lo avrebbe fatto in tre occasioni: durante l'incidente probatorio del 3 marzo 2011, in una denuncia del 4 luglio 2012 e durante la sua deposizione al processo, il 19 marzo 2013. In quell'occasione tentò di scagionare il marito accusando un uomo di Azzano di averla costretta a prostituirsi. «I soldi li davo a lui - aveva detto ai giudici - In tutto 145 mila euro, di cui 30 mila in un colpo solo». Lui era l'azzanese di cui si era innamorata dopo un paio di incontri a pagamento. Disse che gli consegnava i soldi e che lui li utilizzava per acquisti. La vicenda risale al 2008. La coppia si era lasciata alle spalle quel periodo tormentato e si era riunita. Marito e moglie avevano affrontato fianco a fianco il processo che l'avvocato Maurizio Mazzarella ha poi ribaltato in Appello. Adesso davanti al giudice monocratico Iuri De Biasi si celebra il procedimento a carico della quarantenne sudamericana.
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