Profughi, le porte restano chiuse

Giovedì 17 Marzo 2016
Non c'è nessuna novità ed è passato più di un mese dall'incontro in chiesa con i rappresentati del consiglio pastorale, alla presenza del parroco don Aldo Moras e del direttore della Caritas diocesana, don Davide Corba, promosso per verificare la possibilità di accogliere i richiedeti asilo nella comunità azzanese e come muoversi. L'unica nota positiva è la nascita di un gruppo di persone che sta lavorando nella direzione dell'accoglienza.
Don Aldo, proprio per non imporre questa decisione dall'alto, ha coinvolto in un primo momento il consiglio pastorale e i parrocchiani. «È stato approntato un progetto per un futuro percorso di integrazione e di inserimento dei migranti nella nostra comunità - spiega il parroco -, ma è tutto fermo in quanto stiamo valutando alcune cose. Dobbiamo guardarci attorno per vedere se ci sono delle possibilità. Ad oggi non sono state ancora individuati abitazioni o immobili adatti e non ci sono nemmeno privati che hanno messo a disposizione degli immobili di loro proprietà. Siamo in attesa, come gruppo, di diventare operativi e sicuramente dopo Pasqua qualcosa di concreto si svilupperà».
La parrocchia non ha strutture libere, l'unica soluzione è dunque quella del privato che apra le porte di appartamenti o case per ospitare attraverso la Caritas alcune persone, con l'aiuto di volontari. «Siamo solo all'inizio di un percorso - afferma don Davide Corba, che con la cooperativa Nuovi Vicini, gestisce l'accoglienza -. So che ad Azzano Decimo, dopo l'incontro con il consiglio pastorale è nato un gruppo di persone molto motivate che lavorano nel senso dell'accoglienza. Il problema come in altre realtà, è il reperimento di spazi, non sempre le parrocchie dispongono di locali adatti all'accoglienza. Comunque mi sembra di aver capito che Azzano Decimo, almeno il consiglio pastorale e alcuni parrocchiani, hanno dato la loro disponibilità all'accoglienza. E in questo senso stanno operando».
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