Profughi, ancora risse sale la tensione

Giovedì 28 Luglio 2016 di Un gruppo di stranieri minaccia lo sciopero della fame se non vengono accelerate le procedure per i permessi
Sale la tensione tra i migranti ospiti nelle strutture di accoglienza di Udine e provincia. Da un lato con le liti sempre più frequenti tra richiedenti asilo. Dall'altro con la protesta inscenata ieri da un gruppetto di migranti che hanno innalzato cartelli con la scritta in inglese «sciopero della fame» per chiedere un più celere rilascio del permesso di soggiorno, proprio in occasione della visita della commissione interministeriale per l'accoglienza dei profughi alla caserma Cavarzerani. Appena poche ore dopo la lite tra due giovani afgani di 18 e 19 anni, scoppiata per futili motivi martedì sera al parco Moretti e culminata con l'arresto congiunto dei due da parte di Polizia e Carabinieri per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale nei pressi di piazzale XXVI Luglio, nella notte le forze dell'ordine sono state costrette a intervenire per una nuova situazione di tensione. Questa volta ad Artegna, dove i Carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, si sono trovati di fronte a una contesa tra afgani e pachistani, ospiti di una struttura privata, venuti alle mani per l'utilizzo di un condizionatore e costretti in 4 a ricorrere alle cure dei sanitari del 118, per lievi escoriazioni o ecchimosi. Mentre la ricostruzione di quest'ultimo episodio è ancora al vaglio, intanto ieri i due afgani sono comparsi davanti al giudice nell'udienza per direttissima. Convalidato l'arresto, sono stati scarcerati con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. «Capisco che le strutture possano essere sovraffollate e possano crearsi dispiaceri e nervosismi tra i migranti, ma l'assoluto rispetto delle leggi del nostro Paese è fondamentale - ha affermato il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo -, sia nei confronti delle forze dell'ordine, sia nei rapporti tra migranti stessi». «D'altro canto la legge è uguale per tutti, non esiste un diritto penale speciale da applicare», ha aggiunto, spiegando ancora una volta che «per reati che prevedono una condanna inferiore ai 3 anni non è possibile applicare la misura cautelare in carcere. Piaccia o non piaccia queste sono le norme». Intanto ieri la Caserma Cavarzerani, che ora ospita 777 migranti, tutti cittadini pachistani, è stata oggetto di una delle visite periodiche effettuate da una delegazione della commissione interministeriale per l'accoglienza nelle varie strutture del territorio nazionale. I delegati, tra cui anche alcuni esponenti di associazioni e organizzazioni internazionali sulla migrazione, hanno visitato la caserma accompagnati dalla Prefettura e dalla Croce Rossa. Altri 179 migranti, afgani, sono invece ospitati in città alla caserma Friuli. Elena Viotto

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