Profughi allo sbando tra demagogia e velleitarismo

Lunedì 24 Luglio 2017
Immagino che qualcuno l'abbia già detto, perché non può esserci chi non veda l'andazzo tra demagogia e velleitarismo che, in Italia, ha assunto la questione profughi. E Pordenone non si cava fuori, anzi. Coerente con il programma elettorale, la giunta Ciriani ha esordito subito col botto: sgomberi forzati dai parchi, sagrati, androni e inequivocabili proclami di ripulsa verso l'arrivo di altri migranti. Obiettivo propaganda raggiunto, popolo di centrodestra accontentato, ma... il problema rimane, intonso, solo spostato di qualche metro. Quanti sgomberi hanno preventivato in municipio, sapendo che il carosello dei senzatetto continuerà di parco in parco, di sagrato in sagrato, di androne in androne, fino a ricominciare da lì dove è partito? Ovviamente, alla politica del respingimento non poteva mancare un contraltare. Ecco allora farsi vivo il partito dell'accoglienza, nello specifico la Rete Solidale che, refrattaria ai se e ai ma, lancia ai quattro venti il messaggio accogliamoli tutti. E si danno da fare sul serio: gavette, coperte, ripari di fortuna, cortei di proposta, sit-in di protesta, richieste di provvista, insomma tutto l'armamentario che appaga il popolo dell'antagonismo, ma il problema rimane, recte, si complica, perché la voce si sparge e dal Friuli i profughi accorrono a frotte nella terra promessa. Risultato? Gavette, coperte, ripari scarseggiano e decine di disgraziati vagano allo sbando per le strade della città. Ora, nessuno possiede la ricetta magica, tantomeno chi scrive, però un paio di suggerimenti sul concreto ci stanno: gli amministratori comunali, invece di perder tempo con gli sgomberi, concentrino gli sforzi perché venga attuata secondo norma la dislocazione dei profughi in tutti, dico tutti, i Comuni della provincia; i solidaristi pensino a riempire le gavette e mettano da parte il megafono. Le cose andrebbero un po' meglio, per i cittadini e per i profughi.
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