Prevenzione, gli edifici sentinella

Giovedì 25 Agosto 2016 di L'ultima novità: fotocellule su alcune strutture pubbliche per monitorare i movimenti in caso di scosse
Gli ultimi soldi, in ordine di tempo, sono stati stanziati con l'assestamento di bilancio, a fine luglio: 600mila euro destinati ai Comuni per finanziarie l'analisi sismica degli edifici pubblici che insistono sul loro territorio. E la protezione civile regionale sta per spendere 200mila euro per munire dai 50 ai 100 edifici pubblici strategici di sensori capaci di leggere il comportamento di queste strutture a tutte le scosse sismiche.
Nel «modello Friuli», che tanto è stato nominato in questi 40 anni dal sisma del 1976 per indicare il rapido ed efficiente processo di ricostruzione, è entrato sin da subito anche il concetto di «prevenzione» e questi fondi fanno parte di un lunghissimo elenco di stanziamenti che si rinnovano d'un continuo per sostenere una molteplicità di azioni. È il concetto su cui ha posto l'accento ieri la presidente della Regione Debora Serracchiani, dopo aver salutato i 70 volontari della Protezione civile regionale che sono partiti per prestar soccorso alla gente colpita dal terremoto che ha colpito nella notte tra martedì e mercoledì il centro Italia e dopo aver firmato due decreti per dare copertura agli interventi d'emergenza con 500mila euro. Se il terremoto non si può prevedere, infatti, le morti e i danni si possono prevenire. «La presidente dell'Umbria, Katiuscia Marini, questa mattina mi ha detto che nella sua regione ci sono stati danni, ma non vittime e feriti, perché le case, su cui si era intervenuti dopo un terremoto del Novanta, hanno retto», ha premesso ieri Serracchiani. La riprova, ha aggiunto, che «tutti i soldi che spendiamo nella prevenzione, nei corsi di formazione, nella strumentazione all'avanguardia antisismica sono un investimento, non un costo». Ecco perché, ha aggiunto, «una parte dei fondi stanziati per il 40esimo sono stati dedicati tra l'altro alla creazione a Portis di Venzone della Scuola internazionale di formazione per la gestione della risposta in emergenza sismica» e perché tra il 12 e il 18 settembre è stata pensata una settimana di esercitazioni testando il sistema integrato di risposta in emergenza sismica, con la partecipazione di Veneto, Trento, Bolzano, Austria, Slovenia e Croazia. E in una logica preventiva ora il Friuli Venezia Giulia avrà anche gli edifici «sentinella», muniti cioè di accelerometri e sismometri in grado di misurare la risposta alle oscillazioni telluriche per calibrare in gli interventi di adeguamento. Non solo. «In caso di scosse forti, questi sensori dicono in tempo reale se la struttura portante ha comunque retto e perciò l'edificio è utilizzabile», ha spiegato il direttore tecnico della Protezione civile Guglielmo Galasso. Il progetto muove dall'opportunità di estendere al resto del territorio regionale gli stessi criteri antisismici che rendono oggi sicure le zone più colpite dal sisma del 1976. «Abbiamo stanziato e stanziamo tantissimi soldi per l'adeguamento antisismico di scuole e ospedali, anche per quelle strutture sanitarie che si ritengono già adeguate e invece non lo sono per l'evoluzione delle normative - ha sottolineato ieri Serracchiani -, e ci sono stati fondi anche per i privati». Quasi un milione e mezzo è stato stanziato a favore dei privati esattamente due anni fa e in contemporanea un milione, con ulteriori aggiunte, a favore dei Comuni per la microzonizzazione sismica del loro territorio. A maggio, per restare ai finanziamenti più recenti, 4,7 milioni per interventi sulle scuole di Porcia e Budoia e sull'ospedale di San Vito al Tagliamento.
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