Pompieri, unità speciale in soccorso ai disabili

Domenica 28 Agosto 2016
Nuova missione nelle zone terremotate per i vigili del fuoco di Pordenone. Un'unità speciale composta dall'architetto Stefano Zanut, dirigente del Comando di Pordenone e dal caposquadra Daniele Trevisan, venerdì sera ha raggiunto Amatrice con un incarico molto delicato: occuparsi delle persone disabili, costrette su una sedia a rotelle o affette da autismo, ma anche anziani che per particolari patologie non riescono a deambulare autonomamente e, proprio per questo, subiscono le conseguenze del post-sisma in maniera ancora più drammatica.
Proprio a queste categorie che dovrebbero essere protette, ma che la fretta dettata dall'emergenza è costretta spesso a paragonare ai normodotati, è dedicata la missione partita venerdì sera da Pordenone e diretta ad Amatrice e negli altri sei comuni disastrati dalla scossa di mercoledì.
Zanut e Trevisan. Avranno il delicatissimo compito di individuare e avvicinare tutti i soggetti che convivono con la disabilità, dettando le regole di assistenza al personale che se ne sta occupando. Lo faranno all'interno di un protocollo che è stato redatto proprio grazie alla collaborazione dei pompieri friulani, che da anni lo stanno elaborando con esperienze sul campo. «Se già il mondo è quotidianamente poco accessibile per le persone con disabilità - spiega Zanut, che resterà a cavallo tra le province di Rieti ed Ascoli per alcuni giorni - lo è ancora di più in queste realtà di emergenza estrema. Normalmente, infatti, alcune funzioni ordinarie possono essere compensate con ausili e accorgimenti vari, mentre durante la fase della crisi salta ogni meccanismo di protezione sociale. Una circostanza che non possiamo permettere che accada: il ministero dell'Interno, in forza dell'esperienza maturata dal nostro Comando, ci ha inviato a gestire questi delicati aspetti».
Zanut e Trevisan si occuperanno dei superstiti disabili o con funzioni parzialmente compromesse: dal ragionare con gli altri soccorritori nella fase in cui si deve ad esempio estrarre la vittima dalle macerie, fino ad evidenziare specifiche necessità del paziente. L'altro aspetto su cui focalizzeranno il loro intervento sarà quello della raccolta dei dati - direttamente dalla voce delle persone che hanno vissuto i momenti tragici del terremoto, della fuga e dell'attesa dei soccorsi - e del coordinamento delle associazioni che operano con i disabili nel territorio locale. «Purtroppo, non esiste campo di ricerca migliore, se non la realtà. E qui è davvero terribile», ha concluso Zanut. I due professionisti pordenonesi dall'analisi delle testimonianze e delle esperienze che raccoglieranno trarranno le informazioni più adeguate affinché non si ripetano errori o problemi. L'esperienza è il più straordinario - e in questo caso crudele - laboratorio di conoscenza e si cercherà di ricavarne le strategie migliori per fornire indicazioni ancora più mirate.
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