«Piazza XX Settembre e piazzetta Cavour erano molto trafficate. Sabato era il caos»

Giovedì 25 Maggio 2017
«Piazza XX Settembre e piazzetta Cavour erano molto trafficate. Sabato era il caos»
«Antonio D'Angelo in 42 anni e 10 mesi di servizio nel corpo della Polizia Locale di Pordenone ha dato tanto alla comunità, disponibile e generoso fino all'ultimo, come responsabile di un settore, quello dell'Antidegrado, ritenuto particolarmente rilevante dalla nuova amministrazione (e che presto sarà ulteriormente potenziato e supportato da una apposita task force, con Gsm e Gea, che stilerà una mappatura dei rischi ambientali e sociali ndr). Un esempio di dedizione e senso del dovere per tutti». Con queste parole il comandante Stefano Rossi ha elogiato il commissario aggiunto Antonio D'Angelo, che ha raggiunto il traguardo della pensione. Alle parole si è aggiunto un ricordo personale: quando Rossi frequentava le scuole elementari, trovava in servizio vicino alle strisce pedonali, per aiutare gli scolari ad attraversare in sicurezza, proprio D'Angelo. A festeggiarlo c'era anche Alessandro Ciriani «presente come sindaco, ma anche come amico», l'assessore Emanuele Loperfido, il capo di Gabinetto Davide Zaninotti, colleghi e colleghe, compresi quelli in pensione, che il comandante sta pensando di coinvolgere in una collaborazione col personale in servizio.
Antonio D'Angelo nato nel 1952 in provincia di Cosenza, nel 1975 seguì le orme del fratello Francesco e vinse il concorso per vigile urbano a Pordenone. Giunto in città, a 24 anni si trovò ad affrontare il pregiudizio nei confronti dei meridionali: c'erano problemi a trovare casa in affitto e persino a ricevere il saluto, ma quando compariva la divisa, tutto cambiava.
Com'era Pordenone 40 anni fa?
«Il servizio si svolgeva solo all'interno del ring, piazza XX Settembre (dove insisteva anche il capolinea degli autobus) e piazzetta Cavour erano molto trafficate e c'erano diversi vigili fissi. In tutto eravamo 35, tutti appiedati. Al sabato pomeriggio tutti si riversavano in centro per passeggiare o fare la spesa: era un caos. Oggi la città è più pulita, ordinata e disciplinata».
Come si svolgeva il servizio?
«Si andava direttamente sul posto assegnato con la propria auto, un addetto ci portava le radio e poi si rimaneva fissi lì 6 ore. Dovevamo anche regolare il traffico in occasione dei lavori. Oggi le ditte sono obbligate ad avere propri movieri».
Per quanti anni ha lavorato in questo modo?
«Per 17 anni, poi ho fatto il concorso e come sottoufficiale ho avuto diversi incarichi: responsabile infortunistica, addetto ufficio servizi e coordinatore servizi esterni. In questa veste ho affrontato la prima alluvione: siamo stati per una settimana col comando allagato e io feci 40 ore di servizio continuato».
Come è cambiato la vostra dotazione?
«Inizialmente non avevamo niente, il sindaco Pasini ci volle armati e oggi abbiamo diversi apparecchi tecnologici che permettono controlli rapidi e in tempo reale. Una volta avevamo un rapporto più diretto con la gente, oggi è più formale e istituzionale».
Cosa le è pesato di più?
«Lavorare la domenica e i festivi Però indossare la divisa e andare a lavorare mi riempiva ogni giorno di orgoglio. Per 35 anni non mi sono assentato un giorno, nemmeno se avevo la febbre».
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