Nuovo patto con Roma più soldi anti-terremoto

Mercoledì 31 Agosto 2016 di Serracchiani: «Maggiori competenze e relative risorse alla Regione. E non rinunciamo alla Sanità autogestita»
«Fondi per gli interventi antisismici e per i piani regionali di bonifica». Sono i due nuovi capitoli che la presidente della Regione Debora Serracchiani intende «aggiungere ai contenuti attuali» del patto finanziario della Regione con lo Stato che dovrà rinegoziare nel 2017, anno in cui scadrà quello che ha firmato il 23 ottobre 2014 con il ministro dell'Economia Carlo Padoan e da qui l'appellativo di «patto Padoan-Serracchiani». La presidente, come spiega al Gazzettino, è «già al lavoro sui prossimi contenuti», ha confermato l'altro giorno in un confronto alla festa del Pd di Osoppo e ha già chiari i nuovi capitoli che dovranno far parte dell'intesa finanziaria. «Voglio metterci dentro la partita antisismica», ha abbozzato, agendo sul terreno caldo della necessità di fare prevenzione dopo i morti e la distruzione nell'Italia Centrale per il sisma del 24 agosto.
Il Governo ha lanciato il «Piano casa» con 6 miliardi in tre anni e in quella partita probabilmente la Regione a guida Serracchiani ha intenzione di esserci raccogliendo il maggior vantaggio possibile. Anche perché «negli ultimi tre anni i fondi investiti in prevenzione in Friuli Venezia Giulia sono arrivati a 17,8 milioni», ha ricordato, tra interventi su edifici pubblici («scuole e ospedali, grazie a una mappatura molto seria»), microzonizzazioni del territorio, analisi dello stato del patrimonio pubblico e bandi a fondo perduto per i privati. «Abbiamo messo tanti soldi, perché l'attenzione è massima, ma ne servono ancora», aveva del resto delineato proprio all'indomani del terremoto ad Amatrice, mentre stava per partire la prima colonna dei soccorsi della Protezione civile regionale.
Convinta che «le risorse messe nella prevenzione sono un investimento e non un costo», è questo l'asso che calerà sul tavolo della trattativa per l'accordo. Nel quale, insieme a più risorse per i piani di bonifica regionali, Serracchiani intende porre anche «un'accelerazione per il trasferimento di alcune competenze, ben inteso insieme con le risorse necessarie per esercitarle». Conferma che sono due quelle allo studio: «La competenza sull'istruzione come ha Trento e quella sui beni culturali, con la regionalizzazione della Soprintendenza».
Non farà parte del confronto, invece, un'eventuale «restituzione» della sanità che la Regione dal 1998 paga con il proprio bilancio. «Non la restituisco, anche se allora con quelle risorse pattuite non l'avrei accettata, ma la gestisco bene», ha specificato, lasciando intendere nel confronto finanziario con lo Stato è parte del potere contrattuale della Regione. Quanto ai contenuti siglati sottoscritti nel 2014 la presidente ne rivendica la bontà e «da lì si riparte», punzecchiando chi quel patto, venuto dopo il Tondo-Tremonti, lo ha attaccato come una «svendita della specialità». È un accordo che «invece ha funzionato», ha detto Serracchiani, rivolgendosi «ai suoi detrattori» e «lo dimostra anche il fatto che siamo tra le cinque regioni in Italia con il bilancio in ordine e quella con più avanzo», come da una recente elaborazione del Sole 24 Ore sui rendiconti analizzati dalla magistratura contabile.(((lanfrita)))

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