«Non apriremo le caserme ai profughi»

Domenica 28 Agosto 2016 di «Alla Cavarzerani, attrezzata per l'emergenza, ora arrivano a portare i migranti in auto»
«Non apriremo le caserme ai profughi»
No ai profughi nelle caserme. «Sono nettamente contraria ad aprire le caserme per i migranti, dobbiamo continuare a condividere il sistema dell'accoglienza diffusa». Certo, non illimitata perché, dopo che il «cruscotto» del ministero dell'Interno ha indicato la quota 5mila ospiti in Friuli Venezia Giulia, «altri non ne possiamo ricevere, abbiamo ricevuto il massimo».
IMMIGRATI. È uno dei passaggi più determinati nel dialogo che la presidente della Regione Debora Serracchiani ha avuto l'altra sera alla festa del Pd dei circoli della Collinare e del Gemonese in corso al parco della Colonia a Osoppo fino ad oggi. «È chiaro - ha aggiunto - che si è dovuto aprire la Cavarzerani a Udine per un'emergenza, ma si è anche visto che così facendo di migranti ne arrivano di più. Anzi, adesso li portano addirittura in auto davanti alla struttura». Questa, sostiene, non è la strada. «Le grandi concentrazioni, tra l'altro, rendono più complessa la vigilanza sanitaria e la sicurezza, perché è più difficile controllarli». Dunque, benché la Regione non abbia competenza in materia (che è delle Prefetture e dei Comuni) e tuttavia si sia assunto un ruolo di coordinamento, la sua posizione sulle caserme è chiara. Quanto ai 14 siti individuati da Roma in regione come destinazione di profughi, Serracchiani ha detto trattarsi «di quei siti che sono mappati da sempre per eventuali stati di emergenza». Che resteranno lontani «finché riusciremo a far condividere e funzionare il dialogo con i sindaci e l'accoglienza diffusa». Da qui l'auspicio di far crescere il numero dei municipi accoglienti (ora 82), perché altrimenti «i prefetti fanno i bandi per l'ospitalità e chi li vince, li vince». In questo scenario, però, anche i profughi devono fare la loro parte, «rispettando le regole della comunità che ti accoglie». Una per tutte? «Se sei accolto, inserito in un programma di integrazione, non puoi rifiutarti di metterti a disposizione di quella comunità lavorando gratuitamente», ha esemplificato Serracchiani, ricordando che «siamo la Regione che ne ha fatti lavorare di più».
SANITÀ. Quanto alle riforme in corso, Serracchiani per quella sanitaria ha assicurato che «tra fine 2016 e il 2017 saranno attivati tutti i Centri di assistenza primaria sul territorio» e che le Associazioni funzionali territoriali «sono già tutte attive». Per l'elicottero notturno del 118, «il primo volo di collaudo è stato fatto l'altra sera da Latisana». Quanto ai costi del sistema sanitario, sostenuti per intero dalla Regione con 2,4 miliardi, ha considerato che «io nel 1998 non avrei accettato di pagarmi la sanità con le risorse pattuite con lo Stato» ma, a domanda, ha anche risposto che «la sanità non la restituisco allo Stato». Tuttavia, nelle trattative finanziarie «si parte con il mettere sul tavolo le spese che sosteniamo in proprio: dalla sanità al trasporto pubblico locale».
REFERENDUM. Con il "sì" alla riforma costituzionale, specialità rafforzata grazie al «principio dell'intesa» e, ha puntualizzato, il principio di supremazia dello Stato non v'è timore che sia applicato in sede di trattativa per l'intesa per il rinnovo dello Statuto in armonia con la nuova Carta, perché «non si applica alle speciali».
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