Migranti, giro di vite della Polizia

Martedì 28 Giugno 2016 di Udine "invasa" da richiedenti asilo. Ormai sono mille oltre il limite fissato
UDINE - «Valuteremo se intensificare i controlli. Tuttavia è chiaro che aumentando il numero degli arrivi, deve aumentare anche il controllo». Il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto è reduce dall'incontro che ogni lunedì fa con il questore di Udine e la responsabile della Polizia di frontiera per monitorare il flusso dei migranti in provincia e nel capoluogo. Al termine non ha dubbi: «La preoccupazione del sindaco è la preoccupazione del prefetto», afferma, riferendosi al numero di immigrati che la città di Udine è costretta a sopportare. I richiedenti asilo sono oltre 1.500, il triplo della soglia massima fissata dal Piano regionale per l'accoglienza dei migranti, che ne prevedrebbe al massimo 500.
La stretta sui controlli, dunque, è nell'aria. L'incontro del lunedì tra i vertici locali della sicurezza anticipa di qualche ora il Comitato di ordine pubblico che si riunisce il mercoledì. È quindi domani il giorno in cui potrebbe scattare ufficialmente la decisione di intensificazione del monitoraggio da parte delle forze dell'ordine. Attualmente alla caserma Cavarzerani sono ospitati 860 migranti, 180 alla Friuli. «Speriamo che il Ministero dell'Interno ci dia una mano come ha già fatto e ci aiuti ad alleggerire la situazione alla Cavarzerani», ha aggiunto il prefetto, facendo riferimento allo spostamento degli arrivati in altre regioni d'Italia. Si contano circa 20 arrivi al giorno e «se il resto del territorio non ci aiuta, in città siamo costretti a indirizzarli nei centri di prima accoglienza, cioè nelle due caserme», ha riepilogato il prefetto.
Sul tavolo di prefetto e questore, dunque, le valutazioni per decidere «se è il caso di infittire le ispezioni e i monitoraggi anche di notte e anche con l'utilizzo di cani, di farci aiutare dalla Guardi di Finanza». Se questo vale per la città, per il resto del territorio della provincia la «esortazione» del prefetto Zappalorto è tutta rivolta ai sindaci. «Ognuno deve fare la sua parte - afferma con forza -, il capoluogo non può farsi carico dell'intera situazione». Perciò «non continuino a dire che li devo avvertire prima di mandare profughi sul loro territorio. Sono tutti avvisati: o prendono in mano loro la situazione, o la subiranno».
Il prefetto, insomma, chiama a fare qualcosa «di più concreto» per l'accoglienza diffusa. «Ci sono circa 50 Comuni che accolgono e nessuno dei loro sindaci mi ha mai chiamato per una lamentela. Queste mi arrivano, invece, tutte da sindaci che non accolgono».
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