Lega: «Vigilare sugli immigrati»

Martedì 26 Luglio 2016
«Vogliamo che la Regione si doti di un laboratorio che svolga attività di indagine statistica, analisi, studio e ricerca ma che si occupi anche, cooperando con le forze dell'ordine, di mappare le comunità straniere in Friuli Venezia Giulia e le loro esigenze». Con una mozione, che verrà calendarizzata in autunno, la consigliera regionale della Lega Nord, Barbara Zilli, invoca la costituzione di un Osservatorio sull'immigrazione «necessario e ineludibile» all'indomani dei tragici fatti di terrorismo internazionale e alla luce della posizione geografica del Friuli Venezia Giulia, potenziale terra di passaggio per terroristi provenienti dalla Siria. La finalità è quella di tutelare la sicurezza della popolazione anche attraverso protocolli con le Università di Udine e Trieste: «Deve essere uno strumento capace di segnalare eventuali campanelli d'allarme» precisa Zilli denunciando, nelle manovre finanziarie della Giunta Serracchiani, l'assenza di risorse per indagini e ricerche e lo stanziamento, invece, di 135mila euro per tre progetti di integrazione rivolti ai richiedenti asilo: con un emendamento all'assestamento di bilancio, da oggi in Aula, la Lega chiederà che tali risorse vengano utilizzate per l'Osservatorio. «La drammaturgia per l'integrazione è l'apoteosi del ridicolo, Serracchiani alle dipendenze del governo Renzi» attacca il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga, riferendosi ai 35mila destinati all'associazione culturale Mamarogi. «Un po' meno drammaturgia e più sicurezza - rincara - l'Islam non è una religione come tutte le altre, non ho mai visto un cristiano lasciato dalla moglie o depresso compiere una strage gridando "Cristo è grande"». «Vogliamo sapere - conclude Zilli, ricordando l'interrogazione rimasta da 6 mesi inevasa circa i controlli ai centri culturali islamici - quali sono le situazioni a rischio, quali quelle integrate o integrabili con il nostro sistema». Sono almeno 15 i centri di preghiera islamici in regione, tra centri culturali e moschee dei quali «non esiste ad oggi alcuna una mappatura».
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