MONFALCONE - (p.t.)La Guardia di Finanza ha scoperto nei giorni scorsi una "maga" che faceva la lettura dei tarocchi, attività "esoterica" che non passa mai di moda e che non è contro la legge, ma che aveva nascosto al fisco i suoi guadagni, per circa 160mila euro all'anno, dopo averne dichiarati appena 100 in dodici mesi; ed è qui che ha "peccato" la veggente, finendo nei guai. Una "luna nera" inaspettata. Qualcosa non tornava alla Gdf che ha indagato sulla vicenda. I finanzieri della Compagnia di Monfalcone hanno poi effettivamente individuato e sottoposto a verifica fiscale la donna "maga", residente nel mandamento del Monfalconese; la signora, di cui non è stata resa nota l'identità, faceva la "lettura dei tarocchi", e pure la medium, nella sua abitazione di residenza. Diceva insomma di saper prevedere il futuro ma non aveva previsto l'arrivo della verifica fiscale, che l'ha colta in "castagna". Nel corso dell'attenta attività di monitoraggio dei canali commerciali della zona di Gorizia, le Fiamme Gialle isontine hanno messo sotto la lente di ingrandimento le cosiddette "attività esoteriche", una categoria in particolare ascesa nel corso degli ultimi anni e i cui singolari "servizi" vengono ampiamente utilizzati sia dalle donne che dagli uomini, del tutto trasversalmente rispetto a ceto sociale, formazione, cultura ed età. Attraverso i numerosi appostamenti effettuati dai militari presso la casa della donna, è da subito saltato all'occhio un gran flusso di clientela che entrava e usciva quotidianamente dall'abitazione, tale da rendere decisamente plausibile il buon andamento dell'esercizio dell'attività economica, confutando l'esigua dichiarazione dei redditi presentata annualmente dalla maga medium. In casa c'era un vero e proprio locale adibito all'accoglienza della nutrita clientela: qui veniva fatta la lettura dei tarocchi e, soprattutto, svolta l'attività di medium. Anche grazie a dichiarazioni fornite dalla gran parte della clientela, i militari hanno provveduto a una puntuale ricostruzione del volume di affari annuale, recuperando a tassazione oltre 160 mila euro di ricavi non dichiarati e 35.000 euro di Iva non versata nelle casse dell'erario.
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