Installazione artistica inagibile Scoppia la polemica sui costi

Sabato 27 Agosto 2016
La mostra di arte contemporanea giapponese Paradoxa scatena le polemiche. L'esposizione a Casa Cavazzini, con una "propaggine" in piazza Libertà grazie all'installazione di Taturo Atzu sulla colonna della statua della Giustizia, ha attirato l'attenzione dell'opposizione perché l'installazione non è più accessibile da inizio agosto, come era stato riferito dal nostro giornale, nonostante la mostra chiuda domani. E così, traendo anche ispirazione dal blog di Gianfranco Leonarduzzi, che accusa di spreco l'amministrazione, riportando una spesa di 100mila euro per l'intera mostra, la consigliera dei 5 Stelle Claudia Gallanda ha presentato un'interpellanza, chiedendo delucidazioni. Il Comune fa sapere che la mostra in Casa Cavazzini è costata circa 40mila euro (comprensivi di assicurazione, foto, restituzione delle opere), cui si aggiungono i 30mila euro dell'installazione che però si è autosostenuta grazie agli sponsor, ossia Illy, Calligaris e il Governo giapponese. Non solo. L'impalcatura utilizzata per l'opera di Atzu verrà sfruttata per il restauro della statua della Giustizia che dovrebbe essere concluso prima di Friuli Doc. L'assessore Federico Pirone spiega che, a dati non ancora definitivi, si parla di 6500-6700 biglietti staccati (l'ingresso costa 5 euro). «La mostra, che è stata lanciata con il Far East Film Festival, il più grande festival europeo di cinema asiatico, ha portato artisti di qualità, uno dei quali rappresenterà il Giappone alla prossima Biennale di Venezia - ha commentato Pirone -; l'installazione, che tra l'altro si è autosostenuta con gli sponsor, ha rappresentato un unicum: la sua collocazione ha fatto dialogare passato e contemporaneo, pubblico e domestico e ha valorizzato un patrimonio della nostra città, come la statua della Giustizia. È un'esposizione in cui hanno creduto i privati e il Comune, e, nonostante si trattasse di arte contemporanea giapponese, è stata apprezzata anche dal pubblico. Il suo costo è simile a quello di altre mostre ed evidentemente alcuni consiglieri non sanno quali siano i costi standard. Pensare che l'amministrazione sprechi soldi, soprattutto quando ce n'è di meno, è ideologico: prendiamo atto che per parte dell'opposizione, investire in cultura è uno spreco».(((pilottoa)))

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