Innovazione: 30 milioni con il cuore a Buttrio

Domenica 23 Ottobre 2016 di Il Gruppo friulano lancia una duplice offensiva per affrontare il calo mondiale dei consumi
Negli ultimi dodici anni 1.400 milioni investiti in azienda e solo 200 milioni distribuiti agli investitori, nonostante la società sia quotata in Borsa. Sono le scelte del recente passato che oggi consentono al Gruppo Danieli di «avere solide basi per proseguire e cambiare, restando un attore sui mercati internazionali». È la premessa che ha fatto ieri nel quartier generale di Buttrio il presidente Gianpietro Benedetti - affiancato sul palco, alla fine, dal nuovo co-amministratore delegato Alessandro Trivellin proveniente da Abs - nel confermare i dati del bilancio 2015-2016 diffusi nei giorni scorsi e, soprattutto, nel delineare gli scenari di una realtà che ha un portafoglio ordini consolidato di 2,7-3,2 miliardi.
«Il mondo cambia e anche noi stiamo cambiando», ha affermato Benedetti che ha bandito la parola crisi sostituendola con la prospettiva di new normal, cioè di un periodo, «non sappiamo quanto lungo», di un'economia piatta. Conseguenza innanzitutto del rallentamento della Cina, che con la sua corsa negli ultimi 15 anni aveva fatto raddoppiare la produzione di acciaio e la necessità di impianti, e dell'era della digitalizzazione. Cuore del Gruppo Danieli, infatti, sono stati sin qui le attività di plant making, cioè ingegneria e costruzione di impianti, e steel making, cioè la produzione di acciai speciali con l'Abs. Un cambiamento che a Buttrio «si interpreta» puntando su «un cambio culturale», che significa «spingere sui processi digitali per progettare, governare e realizzare la produzione di acciaio e alluminio; diversificare il prodotto, entrando nel settore della generazione di energia da gas».
Sul primo fronte, è pronta a nascere con un nuovo stabilimento a Buttrio, Digimet, «un investimento di circa 30 milioni nei prossimi anni», ha detto Benedetti, che sarà il cuore e il cervello della digitalizzazione di tutto il Gruppo e del suo sistema. «Dal controllo del rottame che arriva in acciaieria fino alla consegna dell'impianto al cliente finale ha esemplificato il presidente - con una precisione nella qualità che sfiora o raggiunge il 100% del prodotto finito». E poi l'impegno per la realizzazione di centrali a turbogas per la produzione di energia in tutto il mondo. La prima è già stata consegnata in SudAfrica. «Probabilmente le abbineremo ai nostri impianti dove non c'è energia elettrica, ma c'è presenza di gas. Sono molti i Paesi nel mondo, non solo in Africa, ricchi di gas naturale e privi di energia elettrica».
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