Impunite le truffe del falso Rotella

Martedì 28 Marzo 2017
Impunite le truffe del falso Rotella
Un quadro autentico di Kostabi in cambio di un'opera di Mimmo Rotella contraffatta. Un libero professionista pordenonese era convinto di aver fatto un affare, invece è incappato in un raggiro. E, come lui, altri collezionisti. L'autore della truffa è condannato a un anno di reclusione e 1.500 euro di multa in primo grado, ma adesso la prescrizione ha cancellato tutto, tranne la confisca dei quadri e la liquidazione dei danni in sede civile. Si tratta di risarcimenti senza speranza: il venditore d'opere d'arte - osservano gli avvocati di parte civile Alessio Pagnucco, Roberto Omenetto ed Elia Vezzi - non ha beni attaccabili.
La vicenda risale al 2006/07 e si è chiusa in Corte d'appello a Venezia alcune settimane fa con la prescrizione, ma con la convinzione da parte dei giudici che «sia stata raggiunta la prova della falsità delle opere». Carlo Dalla Bella, 53 anni, di Mira, aveva proposto i suoi Rotella a diversi appassionati dell'arte del maestro diventato famoso per i suoi décollages di manifesti di film. Nel 2008 il libero professionista pordenonese scopre di essere stato truffato e sporge denuncia. Si muove anche la Fondazione Mimmo Rotella e i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio d'arte si mettono in moto. A Dalla Bella vengono sequestrati una quarantina di quadri e finisce a processo per truffa e commercio di opere d'arte contraffatte.
Aveva detto di essere un poliziotto in pensione e che era stato il padre ad acquistare i quadri di Rotella: l'artista avrebbe frequentato la sua abitazione di Mira. Di tutto ciò non è stata trovata alcuna prova. I giudici di primo e secondo grado hanno creduto ai testimoni e agli esperti della Fondazione. I soggetti dei quadri proposti da Dalla Bella non era quelli tipici del maestro, le accompagnatorie non corrispondevano ai documenti autentici e il suo nome non compariva tra i collezionisti di opere di Rotella. Dalla Bella si era difeso dicendo di aver anche organizzato una mostra ad Hanoi e aveva esibito il catalogo con i quadri sequestrati. I carabinieri avevano allora esteso le indagini in Vietnam attraverso l'Interpol ed è emerso che all'Asian Exposition non hanno mai accolto opere di Rotella (che invece aveva fatto una mostra a Pechino). Inoltre, nei quadri falsi non era stata riconosciuta la particolare tecnica di strappo di Rotella, eseguita con un attrezzo particolare. A giocare contro Dalla Bella, infine, il fatto di essersi presentato ai potenziali acquirenti come Marco Masin, di aver fornito un numero di telefono intestato a un extracomunitario e di aver cominciare a vendere i quadri dopo la morte del maestro.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci