I resti di bevute e sballi lasciati in riva al fiume

Lunedì 25 Luglio 2016
Quando al 112 è arrivata la segnalazione che sul greto del Tagliamento c'era un rave party, i carabinieri sono subito intervenuti in forze. Hanno circondato la zona, per quanto possibile, presidiando le stradine di campagna lungo le quali i giovani che partecipavano alla festa avrebbero potuto scappare. La notizia della morte di Federico Diana, infatti, si era già sparsa tra le circa 150 persone che si erano date appuntamento tra Rosa e Carbona. In tanti, intuendo che sarebbero arrivate le forze dell'ordine, sono fuggiti in tutte le direzioni per non avere guai.
I militari dell'Arma sono arrivati con gli uomini delle stazioni di San Vito, Azzano Decimo e con il personale dell'aliquota del Nucleo operativo e Radiomobile di Pordenone. All'alba si è alzato in volo anche un elicottero del Nucleo di Treviso, che ha sorvolato l'area. Una cinquantina di giovani sono stati identificati, la maggior parte proveniva dal Veneto. Altri risiedono nelle province di Pordenone e di Udine. Al momento nessuno risulta indagato.
C'è molto da chiarire. Dovranno essere individuati gli organizzatori dell'evento, che non era autorizzato. E bisognerà capire chi possa avere ceduto al ragazzo di Martellago la droga. I medici dell'ospedale di San Vito, infatti, ritengono che l'arresto cardiocircolatorio possa essere riconducibile a un cocktail di alcol e sostanze psicotrope. Saranno adesso i carabinieri, diretti dal maggiore Marco Campaldini, a indagare. Sulle cause della morte e sulle sostanze assunte dal giovane molto potrà dire l'autopsia, che il pm di turno, Pier Umberto Vallerin, potrebbe disporre già nella giornata di oggi.
Di droga, l'altra notte, ne girava tanta in riva al fiume. A terra, in un'area raggiungibile soltanto dopo aver percorso in auto o in moto alcuni chilometri dall'ippodromo di Rosa, seguendo la vecchia camionabile, ci sono ancora i resti di una serata di trasgressioni. Chi ha preso parte al rave party ha bevuto parecchi alcolici, soprattutto birra e vino, considerato il numero di lattine e bottiglie di vetro abbandonate tra la vegetazione e rinchiuse in quattro sacchi della spazzatura abbandonati sul ciglio della strada sterrata.
Camminando, nel giro di qualche metro si nota un flacone di metadone prescritto da un medico di Udine, cartine per sigarette, accendini, «pippotti» da sniffo, pacchetti di sigarette finiti e salviette. Ancora flaconi di metadone. C'è anche una ricevuta dell'ospedale San Camillo di Venezia. «Con la musica - affermano alcuni ragazzini accampati da sabato pomeriggio a diverse centinaia di metri di distanza - hanno tirato dritto sino a tarda notte. Era un ritmo battente, facilmente distinguibile. Nessuno di noi, però, se l'è sentita di andare a curiosare. Movimenti strani? Era un continuo passare, nella stessa direzione, di auto, moto e camper».
L'area golenale del fiume Tagliamento, soprattutto tra la primavera e l'estate, si presta in modo particolare per accogliere i rave, molti dei quali, in assenza di specifiche segnalazioni, passano in sordina. L'ultimo, in ordine cronologico, era stato organizzato due settimane fa a Carbona di San Vito. I carabinieri della stazione locale, avvisati alle 2 da alcuni cittadini infastiditi dalla musica a tutto volume, erano intervenuti e avevano tenuto la situazione sotto controllo. Erano stati identificati una ventina i ragazzi, per lo più del posto, che avevano deciso di trascorrere una nottata diversa dal solito. Non erano state sequestrate sostanze stupefacenti, ma dei fatti era stata comunque informata la Procura della Repubblica di Pordenone.
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