Fondazione, alleanza su Favaro

Mercoledì 29 Marzo 2017
Fondazione, alleanza su Favaro
Cambio al vertice in vista nella Fondazione Friuli. Dopo il delicato passaggio - lo scorso gennaio - che ha visto la ex fondazione bancaria Crup rivedere oltre al nome anche lo statuto ora è la volta del rinnovo del Consiglio di amministrazione. Il Cda, guidato dal presidente Lionello D'agostini che passa il testimone dopo due mandati, è in scadenza e in larghissima parte i suoi attuali nove componenti non sono più ricandidabili. Tranne uno, il pordenonese Gianfranco Favaro che ricopre uno dei due posti di vicepresidente della Fondazione. Ma non è soltanto per questo che si sta affacciando l'ipotesi di una possibile alleanza su una prossima presidenza pordenonese. L'ipotesi - mancando ancora qualche settimana all'elezione le bocche rimangono rigorosamente cucite e circolano soltanto rumors - alla quale all'interno della fondazione si sta lavorando per far convergere le diverse componenti porterebbe verso la strada di una presidenza affidata proprio a Gianfranco Favaro. Nominato vicepresidente quattro anni fa, il noto commercialista pordenonese (è da qualche anno anche presidente della Casa dello Studente Antonio Zanussi) potrebbe essere la figura in grado di far convergere i diversi equilibri al vertice dell'associazione. Equilibri che sono tra le diverse categorie, professioni e Comuni delle province di Udine e Pordenone. Ma anche - e forse soprattutto - equilibri territoriali che vedono storicamente una predominanza di Udine dove, per altro, la Fondazione ha da sempre sede. Inoltre, c'è da considerare che dopo due mandati del presidente uscente, l'udinese D'Agostini, da parte di tutti si cerchino le condizioni per favorire una guida pordenonese. Nel Cda uscente, oltre a Favaro, siedono i pordenonesi Gian Battista Cignacco, Claudio Filipuzzi e Danilo Raffaele Villalta: quattro sui nove componenti. Il consiglio (che a sua volta eleggerà il nuovo presidente) viene eletto dall'organo di indirizzo (una sorta di mini-assemblea) composto dai venti membri designati da Comuni, Cciaa e categorie e ordini delle professioni. Di questo organismo (che scadrà a fine aprile 2018) fanno parte i pordenonesi Paolo De Paoli (dirigente medico del Cro ma espresso dal Comune), Maurizio Cini (Cciaa), Liviana Covre (Consorzio universitario), Franco Calabretto (Centro iniziative culturali), Giorgio Dalla Regione (Ordine avvocati) e Piero Cappelletti (Ordine del Medici): sette su venti. Nel collegio sindacale anche Alberto Cimolai. L'obiettivo sembra quello di trovare un'intesa con gli udinesi su una lista di candidati unica. Ma alcuni tasselli devono ancora andare a posto.
La Fondazione Friuli (un patrimonio di circa 350 milioni di euro) redistribuisce annualmente circa 7-8 milioni, erano il doppio prima della crisi economica. Avere un ruolo forte all'interno dell'ente filantropico significherebbe per Pordenone una garanzia di non poco conto. Visto che - negli ultimi anni - il territorio sta forse pagando lo scotto maggiore in regione in termini di indebolimento istituzionale. Con la Provincia in liquidazione, la Cciaa destinata ad aggregarsi ad altri territori e alcune banche locali (in particolare le Bcc) in fase di riorganizzazione diversi riferimenti sono venuti meno. Il momento forse più opportuno per puntare al vertice della Fondazione Friuli.
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