Finito nel mirino dei Cinque Stelle

Mercoledì 7 Dicembre 2016
Finito nel mirino dei Cinque Stelle
La recente fusione tra le fiere di Vicenza e Rimini apre nuovi scenari per le società fieristiche del Nordest. E anche PordenoneFiere potrebbe avviare nuovi dossier: un dialogo, seppure ancora informale, sarebbe in corso con la Fiera di Padova. Ad agevolarlo il fatto che la società fieristica patavina è recentemente passata da mani stranieri a una società italiana che l'ha acquisita. E che da viale Treviso si guardi anche verso il Veneto è confermato dal dialogo con Treviso: dove una fiera non c'è ma l'obiettivo è il bacino della Marca facendo entrare nel cda alcune istituzioni economiche come Cciaa o Unindustria. Nuovi scenari che potrebbero portare all'auspicata svolta definitiva verso un'aggregazione con Fiera di Udine. «Il momento è decisivo e forse propizio. È ormai inevitabile - sottolinea l'amministratore delegato Pietro Piccinetti - pensare ad aggregazioni e fusioni. Chi resta fuori rischia di scomparire. E noi abbiamo le potenzialità e anche i numeri per poter entrare a pieno titolo in questa fase. Anche per questo serve risolvere definitivamente la questione con Udine. È chiaro che una fiera regionale unica è più attrattiva». L'ad, proprio in questi giorni finito nel mirino del M5S che ne ha chiesto le dimissioni per il doppio incarico con Roma e per il rosso nei bilanci, non ha affatto intenzione di mollare. «Sono stato nominato nel 2013, presentato dall'allora presidente della Provincia Alessandro Ciriani sulla base delle competenze in ambito fieristico e poi confermato, e da allora abbiamo lavorato sodo per fare crescere la Fiera. Nel 2014 - precisa - il bilancio è stato in pareggio. L'anno successivo, si è pagato lo scotto dell'anno dispari nonostante Samuexpo. Quest'anno saremo in attivo. Ma ciò che più conta è che si è lavorato per il 2017: ci saranno due nuove manifestazioni, AcquaFarm sull'industria ittica e Rive il salone dell'industria e delle tecnologie vitivinicola, che sostituiranno Samulegno e saranno il vero test per il futuro. Inoltre, ci sono state assunzioni e abbiamo portato a casa 500 mila euro di finanziamento ministeriale per l'internazionalizzazione: denari poi finiti nell'indotto del territorio. Nel panorama fieristico Pordenone significa molto e ha carte da giocare. I conti di cassa sono in ordine e anche questo serve a essere attrattivi». Sul doppio incarico tra Pordenone e Roma, Piccinetti taglia corto: «Sono un manager e non un politico non c'è alcun conflitto di interessi. E presto ci potranno essere sinergie: PnFiere, con la sua competenza, potrà vendere progetti di esposizioni chiavi in mano a Fiera di Roma». Un modo per rispondere alla politica? «Noi facciamo i manager e guardiamo ai risultati», è la risposta. Ma Piccinetti lascia intendere che con il compenso di PnFiere (30 mila euro lordi annui) è quasi necessario trovare anche altro.
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