Enrico, vent'anni di motostop

Venerdì 21 Luglio 2017
Enrico, vent'anni di motostop
Il suo armadio è zeppo di tute racing (compresa una divisa da Polizei), stivali in pelle (sui quali infilare palette da moviere), casco integrale con interfono, guanti, paraschiena e accessori vari, eppure questo anomalo centauro è privo di moto, né saprebbe mai guidarne una. Malgrado ciò, nel weekend è solito appostarsi a bordo strada (rigorosamente calato nei panni di biker) e una volta che all'orizzonte si profila la sagoma di un motociclista, estrae il pollice per chiedere un passaggio. Si tratta de il motostoppista d'Italia, al secolo il 49enne pordenonese Enrico Bianchet. Un vero mito dal momento che è unico nel suo genere e già ben noto nell'ambiente, tanto da registrare svariate citazioni su social forum e riviste specializzate. Una fama che la Ducati ha pensato di premiare regalandogli una tuta, mentre la Valeri Sport di Cornuda lo sostiene con abbigliamento e accessori griffati. Non solo, Bianchet è in procinto di tagliare il traguardo dei vent'anni da che pratica questo insolito e casuale hobby. «Il tutto è nato per caso, ovvero da una scommessa fatta con amici motociclisti, che non credevano avessi il coraggio di salire in moto con degli sconosciuti - spiega il protagonista - lo faccio da 19 anni, tutte le stagioni, purché non piova o ci sia nebbia. Non ho quasi mai avuto problemi a trovare un passaggio, e quelli che si sono rifiutati sono in numero esiguo». Ma occorre anche aver fegato a caricarsi in coda uno spilungone di un metro e 84 per 90 chili, poiché si rischia di sbandare in curva. Ma quale logica si può adottare per vincere sempre questa scommessa? «Ogni volta mi invento il percorso da seguire, non contatto nessuno, nei weekend mi metto semplicemente sul ciglio della carreggiata perfettamente equipaggiato come un vero centauro e inizio il mio viaggio, che deve comunque concludersi in giornata spiega Bianchet il mio attuale primato sulla distanza è stato scroccare un tour fino al lago di Garda e ritorno, ovviamente cambiando numerose moto. Una cosa è certa, quando un biker vede un collega appiedato, scatta la solidarietà, ma poi la sorpresa spiazza comunque. «Quando il motociclista si ferma, mi chiede subito cosa sia successo alla mia moto, io rispondo di non possederla, e che faccio apposta il motostoppista aggiunge serafico - la maggioranza rimane stupita, faticando a credere alla mia storia. Poi però, superato l'iniziale stupore, mi caricano». E le rocambolesche avventure non sono certo mancate. «Sono incorso in un unico incidente, accaduto con un centauro un po' brillo, che in una curva ha invaso la corsia opposta e centrato un'auto. Io rimasi illeso, mentre il pilota si ferì seriamente ricorda Enrico un'altra volta, invece, di sera e appostato sulla Pontebbana, in molti si sono fermati perché mi avevano scambiato per una lucciola». Vien allora da chiedergli perchè non comperarsi una moto? «Forse in occasione dei vent'anni di carriera farò questo grande passo. Dico forse, perché il mio sponsor Valeri Sport non sarebbe molto d'accordo».
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Ultimo aggiornamento: 16:16

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