Dal progetto al cantiere tutto entro un anno

Giovedì 14 Settembre 2017
La sfida è grande e come in ogni opera pubblica che si rispetti ci saranno gli scivoloni e i piccoli ritardi che dovranno essere recuperati. Ma almeno ieri è iniziata.
Il Pordenone Calcio giocherà a Fontanafredda le partite interne della stagione 2018-19, sia in Serie C (i tifosi sperano di no) che eventualmente in Serie B. Forse non proprio dall'inizio del campionato, ma per la maggior parte della stagione sì. Insomma, il Ramarro non dovrà emigrare a Udine o a Trieste, perdendo così una buonissima fetta di pubblico.
Hanno vinto due elementi immateriali: il buon senso e l'impegno di diverse amministrazioni. Ieri pomeriggio infatti è andato in scena in Regione a Pordenone il vertice tra l'Amministrazione Ciriani (presente l'assessore allo Sport, Walter De Bortoli, ma anche le componenti tecniche del Municipio), quella di Fontanafredda (presenti il sindaco Pegolo e l'assessore allo Sport Landa), la Regione (c'era il vicepresidente Sergio Bolzonello) e le due società (Pordenone Calcio e Comunale Fontanafredda) coinvolte nell'operazione.
L'INTESA - Se n'era già parlato, ma ieri sono arrivate le strette di mano. La Regione diventerà protagonista dell'operazione che trasformerà lo stadio Tognon di Fontanafredda in un impianto del mandamento, a disposizione del Pordenone per le partite casalinghe. Com'è noto, infatti, il Bottecchia dal prossimo anno perderà la deroga che oggi gli consente di ospitare le partite di Serie C e il Pordenone rimarrà senza casa. «Un problema che tutti hanno riconosciuto», ha spiegato De Bortoli. Riconosciuto e iniziato a superare, aggiungiamo. Sì, perché dalla Regione è arrivato un sì di massima alla ricerca dei fondi necessari a trasformare il Tognon in uno stadio di riferimento. Ci giocherà anche il Fontanafredda, che quindi non verrà sfrattato dal club più importante della provincia.
IL PROGETTO - Costi, tempi e lavori. Per rimodellare il Tognon servirà almeno un milione, forse un milione e mezzo. Il Comune ha già speso un milione per il De Marchi e il Bottecchia e le risorse dovranno arrivare da Trieste. È questa la rassicurazione ottenuta ieri. Si procederà per gradi: prima gli spogliatoi (da rimodernare), i tornelli, l'impianto di sorveglianza, la separazione tra le tribune dedicate ai locali e agli ospiti, le torri faro (già prenotate dal Comune di Fontanafredda), poi le opere complementari come i campi di sfogo. Sarà una corsa contro il tempo: progettazione, appalto, assegnazione e lavori dovranno andare in porto entro un anno. Difficile, non impossibile.
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