Cordata friulana salvata sul Montasio

Domenica 25 Settembre 2016 di Il primo in progressione è scivolato cadendo su una cengia. È in ospedale, ma senza lesioni gravi
TARVISIO - Brutta avventura per tre trentenni friulani, fortunatamente a lieto fine, su una delle più ardite, difficili e faticose vie alpinistiche delle Alpi Giulie: la mitica "Kugy-Horn" al Montasio per la parete Ovest.
I tre giovani, due di Udine e un tarvisiano di 34 anni, Massimo Forte, sono partiti dalla base della via attaccando le rocce e i sassi del tracciato: un versante non casualmente denominato da tempi immemorabili Clapadorie, nomignolo che s'intesta a un'altra magnifica via di questa parte del Gigante di pietra.
Giunti a una buona altitudine, a circa 2.300 metri - poco al di sotto del balconcino di roccia dove sorge il Bivacco Suringar dell'Alpina delle Giulie - Forte che era primo in cordata è improvvisamente scivolato, andando a sbattere contro le rocce ma per fortuna con l'effetto frenante della corda. I due compagni, vista la situazione, hanno subito lanciato l'allarme, mobilitando in breve il Soccorso alpino di Cave del Predil e le Fiamme gialle di Sella Nevea.
Sul posto, oltre ai fortissimi del Soccorso, ha operato un elicottero del 118, che ha preso a bordo il ragazzo ferito e lo ha portato all'ospedale di Tolmezzo. Come si è detto, niente di grave è emerso dal quadro clinico: «Diverse botte, ma non lesioni importanti», ha commentato Luca Onofrio del Soccorso alpino. È stato trattenuto in ospedale, ma soltanto in regime di osservazione. Gli altri due non hanno avuto bisogno di particolari cure sanitarie.
La via Kugy-Horn deve il nome al grande pioniere alpinistico e scrittore triestino Julius Kugy: il 29 agosto 1903 si aprì un passaggio con l'amico giuliano Graziadio Bolaffio e le guide Anton Oitzinger da Valbruna e Joze Komac da Trenta. L'8 settembre del 1911 il tracciato fu completato fino alla vetta del Montasio da un illustre salitore: l'ingegnere stiriano delle Ferrovie Ferdinand Horn. La via è anche legata a un episodio piuttosto celebre della Grande guerra: la temeraria impresa austriaca di aggiramento delle linee nemiche d'alta quota per stabilire un osservatorio sul Montasio in grado di segnalare le postazioni d'artiglieria italiane nel fondovalle di Dogna.
Lo sviluppo complessivo della via - straordinaria per severità dei luoghi e importanza storica - è di circa 2.100 metri e presenta diversi passaggi impegnativi di difficoltà tecnica attorno al quarto grado. Pochi o nulli i segnali visibili lungo l'itinerario, quasi tutto molto esposto.
Maurizio Bait
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