Castello di Strassoldo la truffa va prescritta

Sabato 22 Ottobre 2016
Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. È con questa sentenza, pronunciata dal Gup del Tribunale di Udine Daniele Faleschini Barnaba, che si è chiusa ieri la vicenda giudiziaria aperta a carico della proprietaria del noto complesso Il Castello di Sopra di Strassoldo, Gabriella Williams di Strassoldo, per l'ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
L'ipotesi è quella che la Procura di Udine, al termine delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, contestava alla donna, accusata di aver indebitamente percepito 100 dei 200mila euro di un contributo erogato in tre tranche tra il 2006 e il 2009 dall'Unione Europea per tramite della Regione Friuli Venezia Giulia, finalizzato alla riqualificazione e manutenzione del complesso storico.
La Procura sosteneva avesse stipulato nel marzo 2004 un contratto di comodato attribuendo fittiziamente a un cittadino tedesco (successivamente deceduto) la disponibilità di una parte del complesso storico. Presentando entrambi domanda di contributo al Comune di Cervignano (l'uno per il restauro della Torre del Castello, l'altra della Pileria del Riso), avrebbero percepito così la somma complessiva di 200 mila euro. Il doppio, sempre secondo l'accusa, del contributo pubblico previsto nella forma de minimis, con massimale di 100mila euro. Accuse cadute ieri con la pronuncia del Gup che ha dichiarato il reato estinto.
«Siamo fermamente convinti dell'assoluta estraneità della contessa da ogni ipotesi di illecito», spiega il suo legale, l'avvocato Mario Nussi, professore ordinario di diritto tributario all'Università di Udine, che aveva chiesto l'assoluzione ancor prima della declaratoria di intervenuta prescrizione. «L'unica pronuncia giudiziale nel merito è quella del Tribunale del riesame che, pronunciandosi su mia opposizione a un sequestro preventivo dei beni che era stato richiesto, escludeva ogni ipotesi di truffa. Non c'erano gli elementi». E «per questo siamo sempre stati sereni», aggiunge il legale che fin dall'inizio si era detto convinto che l'accusa non avrebbe potuto superare alcun vaglio giudiziale.
Una contestazione fiscale, ipotizzata alla chiusura delle indagini, era già caduta prima ancora di arrivare davanti al giudice. Era stata la stessa Procura a chiederne l'archiviazione.
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