«Cassa dei prestiti al posto di Friulia»

Giovedì 30 Giugno 2016 di De Puppi: «Una sola struttura finanziaria, via anche Finest, Frie e Informest». Le idee per scuola e industria
Il Friuli Venezia Giulia può diventare «un'area test per politiche innovative in tema di finanza», dando vita per esempio a una «Cassa depositi e prestiti regionale che concentri tutte le risorse e le capacità d'intervento degli strumenti finanziari ora esistenti, quali Friulia, Finest, Informest, il Frie».
È la «suggestione», ma anche la «provocazione» che è emersa ieri a Udine quale anticipo delle idee che il Think Thank Friuli Venezia Giulia 2030 - promosso un anno fa dal presidente del Gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti - presenterà sabato alle ore 17 alla Loggia del Lionello a Udine nella cornice del festival «Conoscenza in festa». Voluto da Benedetti, che ieri ha tifato «perché l'Unione europea tenga», con l'intento di mettere in circolazione idee e fatti che possano prefigurare la regione da qui a 15 anni e preparare cittadini ed istituzioni ad affrontare adeguatamente gli scenari che verranno, il gruppo di lavoro ha concentrato le competenze su tre filoni, scuola, industria e finanza, e ha messo all'opera, tra gli altri, Maurizio Fermeglia rettore dell'Università di Trieste, Alessandro Trivillin amministratore delegato dell'Abs di Cargnacco, Luigi De Puppi, già amministratore delegato dell'Electrolux Italia. È stato lui, parte del comitato che si è occupato di finanza, ad anticipare l'idea di una Cassa depositi e prestiti, «capace di catalizzare le risorse pubbliche disponibili, consolidando l'esistente in un processo di razionalizzazione».
A tale processo, ha aggiunto, dovrebbero corrispondere anche «nuovi metodi di finanziamento» per il tessuto produttivo, con l'obiettivo prioritario di «frenare l'emorragia di aziende cui abbiamo assistito causa chiusura, delocalizzazione o vendita». Per fare ciò, ha aggiunto De Puppi mettendo in circolo parte delle idee maturate in questi mesi, Cdp potrebbe fungere anche da «fondo regionale per trasformare le sofferenze bancarie, almeno di alcune aziende capaci e vitali, in equity, rilanciandole».
Se la finanza è terreno di innovazione, sono tuttavia la scuola, la natalità, la famiglia che nel 2030 faranno la differenza in Fvg. Questi tre asset «sono fondamentali», ha affermato Benedetti, condividendo con il rettore Fermeglia che «avremo sempre più bisogno di capitale umano con quattro C: cultura, creatività, curiosità e competenza».
Prioritario «il continuo dialogo della scuola con il sistema culturale e imprenditoriale per modificare i percorsi formativi tarandoli sulle trasformazioni in atto». Ma anche le imprese devono fare la loro parte, ha sottolineato il presidente della Danieli, perché è emerso che «la realtà locale non riesce a dare input adeguati al sistema formativo». Sui «compiti» dell'industria per contribuire a dare futuro alla regione si è soffermato Trivillin, che sabato entrerà nel merito delle proposte operative.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci