Capitale della cultura Candidatura saltata

Martedì 30 Maggio 2017
Capitale della cultura Candidatura saltata
Pordenone capitale italiana della cultura 2020, la candidatura è saltata. In commissione, ieri sera, è passata la linea dell'assessore alla Cultura Pietro Tropeano che ha nuovamente spiegato l'intenzione di partecipare al bando ma avendo ancora un anno di tempo per mettere a punto un progetto che sia vincente. E così oggi - scadenza per presentare il primo atto formale rispetto al bando - il sindaco Alessandro Ciriani non farà alcuna manifestazione di interesse. La novità di ieri sera, per altro, in commissione è stata la divisione del centrosinistra sulla questione candidatura. Mentre Pd e Civica Pn1291 (il consigliere Marco Salvador artefice della proposta e convinto che il progetto fosse valido fin da subito non era presenta in aula) il consigliere dei Cittadini Piero Colussi ha ribadito la sua perplessità sul progetto. «Non solo per quest'anno - ha sottolineato - ma credo che il progetto abbia poche possibilità anche se dovesse essere ripresentato per il 2021. Meglio concentrare le risorse economiche sul progetto della mostra sul Pordenone nel 2019. Per un grande evento e fatto in un certo modo serve almeno un milione». Daniela Giust (Pd), dopo aver ricordato al collega di coalizione Colussi che la candidatura a capitale della cultura era nel programma, ha sottolineato il rammarico per la decisione dell'Amministrazione. «Abbiamo lavorato otto mesi in maniera seria e trasversale: il progetto c'è e c'era il tempo per metterlo a punto. Almeno potevate dirlo prima, già a marzo anziché andare avanti». Posizione che ha incassato l'appoggio anche del M5s.
«Non vogliamo partecipare solo per partecipare. Abbiamo - ha ribadito l'assessore Tropeano - valutato attentamente la situazione facendoci consigliare anche dall'Agenzia di esperti. Non bastano sessanta paginette scritte in un mese e mezzo elencando quello che siamo oggi. La candidatura non è una tesina di laurea. Serve una maggiore condivisione e partecipazione di tutti gli attori che devono essere coinvolti. Nel progetto noi dobbiamo spiegare quale città saremo, dal punto di vista industriale, urbanistico e ambientale, nel 2020. E per fare questo non c'è il tempo. Io credo che siamo assolutamente in grado di farlo, ma serve ancora più di un anno. Non vogliamo fare la fine di Aquileia, per esempio, che è stata bocciata per tre volte proprio perché tradita dalla fretta di presentare il progetto». E rispetto all'incertezza sul bando per il 2021? L'assessore ha dato assicurazioni che ci sarà. E così in commissione, stavolta, i consiglieri di maggioranza hanno condiviso le sue perplessità esprimendosi per il rinvio.
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