«Avete già fatto tutto senza informarci» La replica: «Faremo un nuovo incontro»

Mercoledì 26 Luglio 2017
La Croce rossa presenta il suo progetto per il dormitorio di via Rotate, ma i residenti contestano: tutto già deciso.
Sono state circa trecento le persone che ieri sera hanno partecipato all'incontro organizzato nella sede del Comitato, in via Cappuccini, e non sono mancati i momenti di scontro acceso, sia fra il pubblico che nei confronti del presidente della Cri Giovanni Antonaglia. Sotto accusa, soprattutto il ritardo con cui, secondo molti, il quartiere sarebbe venuto a conoscenza dell'intento della Croce rossa.
Dal presidente, la promessa di un'ulteriore presentazione del progetto nella sua versione definitiva, ma fra il pubblico c'è chi pensa alla creazione di un comitato e a una raccolta di firme. Nessuna contrapposizione, nelle intenzioni del presidente, ma fra il pubblico lo schieramento è evidente.
«Noi siamo qui per presentare e sentire le opinioni, in maniera molto civile, delle persone che risiedono nella zona dove noi vorremmo aprire questo refettorio e dormitorio, rivolto a tutti i senza dimora. L'idea di creare questa struttura nasce ad aprile ripercorre le tappe Antonaglia -. Noi stiamo supportando queste persone senza fissa dimora dallo scorso anno. Non è dignitoso che una persona umana viva come vivono queste persone, nei parchi. Visto che l'immobilismo e le regole restrittive non hanno portato a una soluzione concreta, stiamo cercando di proporne una. Questa struttura permetterebbe innanzitutto di toccare due aspetti inerenti la sicurezza: di ordine pubblico, perché vengono monitorati e le informazioni passate agli organi di polizia; e di ordine sanitario, perché vorremmo aprire un ambulatorio. L'idea è quella di partire inizialmente con il refettorio, mentre la parte dormitorio necessita di alcuni lavori e i tempi saranno diversi. Accanto a questo, metteremo in atto attività rivolte al quartiere, alla via, perché ci rendiamo conto che un po' di disagio viene creato».
Le maggiori preoccupazioni riguardano la possibilità che coloro che non verranno accolti nella struttura possano accamparsi in zona, magari nel vicino parco o nell'area del distributore dismesso: «Verrebbero soltanto a cena - rassicura Antonaglia assieme a una dei volontari, Martina -; sarebbe un dormitorio notturno per tutti i senza fissa dimora. Per i pasti ospitiamo attualmente fra le 40 e le 50 persone. Quelli che non hanno la possibilità di dormire in quella struttura si devono allontanare dal quartiere. Io ho gestito per otto mesi la caserma Monti, si davano delle regole e nessuno dormiva sulla strada».
Critiche, poi, per la mancata informazione («Avete già stipulato dei contratti e avete già fatto tutto, dopo avete messo il bigliettino nella cassetta della posta»), per la presunta inadeguatezza della struttura, ma Antonaglia rassicura: «L'edificio ha già la destinazione d'uso come trattoria e albergo e il via libera dell'Azienda sanitaria» e la mancanza di comunicazione con il Comune («Su questo parlano le carte» - è la replica).
«È stato un confronto molto civile - è la conclusione del presidente della Cri -. Restiamo d'accordo che vi invieremo un ulteriore invito, magari quando il progetto sarà stilato, in modo che al nuovo incontro possano partecipare anche le persone che, in questo periodo di ferie, non sono potute intervenire. Ci incontreremo nuovamente e faremo il punto della situazione. Ma la necessità di fare qualcosa per queste persone c'è».
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