Ater, vendite per pagare le morosità

Mercoledì 28 Settembre 2016 di Revelant (Ar) contesta il regolamento: «Penalizza gli italiani». Boem (Pd) ribatte: «Sciacallaggio»
Destinare il 20% del ricavato proveniente dalla vendita di alloggi Ater per sanare la morosità incolpevole di chi magari resta senza lavoro e consentire alle aziende di restare in pareggio di bilancio. Il nuovo regolamento, infatti, prevede che solo l'80% del ricavato venga reinvestito in edilizia sovvenzionata. La Regione ha salvato un 20% di fondi che verrebbero utilizzati (anziché per costruire nuovi alloggi) per pagare le morosità incolpevoli (che scatterebbero dopo 3 mesi a fronte di una causa accertata) parando così il bilancio Ater dal disequilibrio. È una possibilità che l'amministrazione regionale sta valutando per fronteggiare un fenomeno (seppur le morosità in Friuli Venezia Giulia siano basse) che purtroppo esiste ma del quale non si conoscono i confini. Gli sfratti (i numeri sono limitati) non specificano il motivo per cui vengono eseguiti. Il moroso incolpevole resterebbe comunque inquilino Ater ma tutti i dettagli verranno definiti attraverso un apposito regolamento ancora da elaborare. Altro discorso è l'obbligo di revoca dell'assegnazione dopo 6 mesi di morosità: inizia una procedura ma vengono fornite tutte le possibilità affinchè la famiglia non resti senza un tetto. Su questo aspetto è intervenuto il direttore generale Ater Antonio Ius durante le audizioni, ieri in 4.Commissione consiliare, proponendo l'utilizzo di uno strumento diverso ossia la convalida di sfratto per morosità di modo da poter gestire le situazioni nel tempo anche lungo. «La revoca - ha detto - è un provvedimento definitivo».
Critico Roberto Revelant (Ar): «Il nuovo regolamento azzera, anziché elevarli, i punteggi per gli anni di residenza dei richiedenti alloggi Ater e privilegia invece il numero dei figli spalancando di fatto le porte soprattutto agli immigrati extracomunitari penalizzando gli italiani. La Giunta non si accorge della crescente tensione sociale».
Replica Vittorino Boem (Pd): «Dall'opposizione opera di sciacallaggio gratuita: i requisiti sono legati al bisogno soggettivo».
Introdotti anche nuovi indicatori di bisogno nel regolamento alla legge 1 del 2016 quali le vittime di violenza, e non solo di genere femminile, in quanto, ha puntualizzato l'assessore Mariagrazia Santoro: «Esistono anche altre situazioni meno numerose ma altrettanto gravi». A far notare l'assenza dei sindacati degli inquilini è stato Luciano Bordin della Cisl: «Si sono perse due occasioni, quella di creare uno sportello informatico per l'edilizia sovvenzionata e il mancato riferimento agli studenti». Il nuovo regolamento, inoltre, mette nero su bianco che non bisogna essere proprietari di alloggio "ovunque ubicato", ossia il requisito di non proprietà, ma Orietta Olivo della Cgil ha posto il problema di case possedute oltre confine: «Come farete questi controlli? La persona può essere proprietaria di una casupola in montagna, inadeguata al nucleo».
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