Amid, il bimbo salvato dai bersaglieri

Lunedì 17 Luglio 2017
Amid, il bimbo salvato dai bersaglieri
Una terra di conflitti quella afghana, da dove a volte arrivano storie di speranze per il futuro. Come quella che ha visto protagonista un bambino di 4 anni e i nostri soldati italiani. Questa storia ha un protagonista e un eroe: Amid, un bimbo afghano di 4 anni cresciuto tra muri senza intonaci e polvere di guerre, e suo padre Asadullah. Un incidente domestico, che può capitare più spesso di quanto si creda ad ogni latitudine, ovvero dell'olio bollente versato, per Amid significava morte quasi certa, se il padre Asadullah non avesse deciso di rischiare tutto quando suo figlio è rimasto gravemente ustionato. Non sapeva che fare all'inizio, in quel villaggio sperduto, poi si è ricordato che qualche anno prima, nel 2011, aveva conosciuto alcuni soldati italiani dell'11° Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore impegnati in Afghanistan nell'ambito della missione Isaf XVI. Aveva ricevuto il loro aiuto all'epoca. E anche questa volta i militari italiani forse potevano aiutarlo, salvandogli figlio, ha pensato il padre del bimbo.
Ha preso il bambino e l'unico mezzo che aveva, una motocicletta, ha macinato chilometri e sassi senza fermarsi, con un solo pensiero: dare al figlio una speranza. Dopo un insidioso viaggio su strade sterrate, è riuscito ad arrivare alla base di Herat, dove ha chiesto aiuto ai militari italiani. «Sono venuto direttamente qui alla vostra base - ha detto ai bersaglieri - ricordandomi di quando, alcuni anni fa, gli italiani con una pattuglia vennero a fare visite mediche nel mio villaggio, visitando anche il mio figlio maggiore». Le condizioni del piccolo erano difficili e si doveva intervenire subito: gravemente ustionato, Amid è stato così soccorso dal personale medico del contingente italiano dell'ospedale militare (Role 2) della base di Herat, sede del comando del Train Advise Assist Command West su base Brigata alpina Taurinense.
Allertata l'équipe chirurgica del Role 2 (attiva 24 ore su 24 per fronteggiare ogni tipo di emergenza), Amid presentava ustioni di secondo e terzo grado su diverse parti del corpo, causate da olio bollente. È stato sottoposto a un primo intervento per limitare i danni, disinfettare e rimuovere chirurgicamente i tessuti necrotici dalle profonde ustioni. Dopo le prime medicazioni, scongiurato il pericolo di peggioramento delle condizioni di Amid, a seguito di una breve degenza all'ospedale pediatrico civile di Herat, il colonnello Emanuele Cotugno, direttore sanitario dell'ospedale, consultandosi in telemedicina con i colleghi del Policlinico militare dell'Esercito di Roma, ha condotto con il suo staff la seconda operazione chirurgica di pulizia e di ripristino della funzionalità degli arti coinvolti. E per Amid la vita potrà continuare. «Ringrazio con tutto il mio cuore - ha poi detto il padre Asadullah - i soldati e i medici italiani che hanno curato mio figlio alleviando le sue sofferenze e restituendogli anche una speranza per un futuro».
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