Addio musulmano per Muhamed

Venerdì 1 Luglio 2016
«Una tragedia». Continua a ripeterlo, senza darsi pace, lo zio di Muhamed Sinanovski, il 14enne di Barco di Pravisdomini che ha perso la vita mercoledì nel pomeriggio, mentre si trovava in compagnia di un gruppetto di amici in località Brische a Meduna di Livenza. Lo zio non vuole credere al fatto che il nipote sia caduto nel Malgher mentre stava giocando. Crede al fatto che Muhamed abbia accusato un improvviso malore e si sia chinato verso le gelide acque del fiume per trovare un po' di refrigerio. Sarebbe poi caduto dentro e, trasportato dalla corrente, sarebbe morto per annegamento.
Per la Procura di Treviso, invece, regge l'ipotesi di un gioco finito in disgrazia: il 14enne sarebbe caduto dall'argine e sarebbe stato portato via dalla corrente che, in quel punto, è forte. Per questo, non ravvisando estremi per ulteriori accertamenti, ha concesso il nulla osta per la sepoltura. La salma è stata messa a disposizione dei familiari nella cella mortuaria di Oderzo. Muhamed, da quanto si è appreso, sarà tumulato, secondo il rito funebre musulmano, a Debar, piccolo comune a Ovest della Mecedonia, da dove, diversi anni fa, lui con la sua famiglia erano partiti alla volta dell'Italia. Una cerimonia, in attesa dei documenti per l'espatrio, sarà celebrata nel centro islamico di Annone Veneto. Al civico 25 di via Dell'argine, nella frazione di Barco, dove il 14enne abitava con papà Bajaram, 41 anni, la madre Senada di 36, tre fratelli ed una sorellina di appena 15 giorni, regna il silenzio più assoluto. Mercoledì sera, quando la notizia della sua morte si è diffusa in paese, gli amici si sono raccolti in silenzio davanti all'entrata di casa.
Muhamed, che frequentava la terza media a Pravisdomini ma che non era stato ammesso agli esami di fine anno, aveva deciso di trascorrere un pomeriggio in compagnia. In bicicletta, attraverso l'argine del fiume Sile, passando per Azzanello e Mure, aveva raggiunto Brische. Sarebbe dovuto essere un pomeriggio spensierato, invece si è trasformato in tragedia.
Il ragazzino amava la musica e lo sport. «Conoscevo di vista la famiglia - racconta il sindaco Davide Andretta, che ieri pomeriggio insieme al suo vice, Angelo Vincenzi, ha portato la vicinanza dell'amministrazione comunale al padre - particolarmente integrata con il territorio. Ho incontrato una professoressa delle medie: mi ha descritto Muhamed come un ragazzo vivace ma sempre sorridente. Di fronte a certi episodi ci sono poche parole».

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