A Villa Frova di Stevenà

Lunedì 21 Agosto 2017
CANEVA - In arrivo a fine mese la festa del figo moro, il prezioso frutto canevese salito alla ribalta in questi ultimi anni, grazie al grande lavoro di promozione che il Consorzio per la tutela del Figo Moro, con la collaborazione del Comune, sta portando avanti. La giornata per conoscere da vicino questo frutto celebrato già ai tempi della Repubblica Veneziana sarà domenica 27 agosto, con la seconda edizione di In campagna con il figo moro da Caneva una manifestazione organizzata dalla Cciaa di Pordenone, tramite ConCentro, il Comune di Caneva e il Consorzio per la tutela del Figo Moro da Caneva, con il patrocinio di Ersa-Regione Fvg. In programma ci sono una serie di iniziative rivolte agli appassionati dell'enogastronomia e della natura con un occhio di riguardo ai bambini e alle famiglie, naturalmente incentrate sul frutto che è il protagonista e che si potrà gustare fresco o anche già trasformato in confetture, salse e prodotti per pasticceria e gelateria. Gli eventi cominceranno già di buon mattino dalle 10.30 dedicati, poi il momento clou tra le 18 e le 19.30 con due show-cooking degustazione per il pubblico, con la preparazione di alcuni piatti della tradizione. Il tutto sarà ospitato nella cornice di Villa Frova a Stevenà: nel parco ci saranno stand espositivi, di degustazione e di vendita del figo moro e dei suoi molteplici prodotti a pranzo.
In questi anni la valorizzazione del figo moro è diventata un successo a pieno titolo, un prodotto tipico di alta qualità, grazie soprattutto alla costituzione di un Consorzio di tutela che è diventato un esempio di aggregazione fra produttori agricoli, il quale ha segnato la svolta fondamentale. Dai primi quattordici produttori che coltivavano qualche centinaio di piante, oggi si è passati a cinquanta consorziati, che seguono oltre duemila piante per una produzione attuale di circa 300 quintali, ma in programma c'è un'ulteriore espansione della produzione fino ad arrivare a oltre 500 quintali. La cura delle vecchie piante abbandonate ha portato al ripristino di campi e pendii di collina, siti ideali per far crescere e maturare nel modo giusto il figo moro.
Francesco Scarabellotto
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