«Quando ho sentito il cognome Regeni, quella domenica, mi si è

Domenica 7 Febbraio 2016
«Quando ho sentito il cognome Regeni, quella domenica, mi si è accesa subito una lampadina, e il mio pensiero è andato a Marano, anche se i media continuavano a parlare del paese di Fiumicello. Poi ho visto le foto sui giornali e mi sono reso conto che non mi ero sbagliato: era scomparso in Egitto il figlio di un mio caro amico. Di una persona che ho visto crescere, diventare adulta, formarsi una famiglia».
È commosso, al telefono, monsignor Elia Piu, il sacerdote che per più di cinquant'anni è stato parroco di Marano Lagunare. Il presule, originario di Gonars, ha seguito la comunità di questa splendida cittadina dal dicembre del 1962 al 2014, quando si è ritirato. Maranese d'adozione, monsignor Piu ricorda bene i tempi in cui il padre di Giulio, Claudio Regeni, viveva con la madre, «una Milocco del posto, una donna forte e volenterosa» e con il padre Battista, Battista Regeni, detto "Ita", che aveva poi tentato la fortuna all'estero, emigrando in Australia. «Poi era tornato, Ita - dice il sacerdote - e non si era dato al mare e alla pesca come tanti compaesani. Lo stesso aveva fatto Claudio che s'era trasferito con i genitori, appunto, in quel di Monfalcone, dove avevano aperto un forno, sotto i portici». Poi, sempre a Monfalcone, era nato Giulio, dopo le nozze di Claudio con Paola Deffendi. È dopo il matrimonio che i coniugi Regeni sono andati a vivere a Fiumicello. «Un paese che li ha accolti bene, con gran calore, dove si sono stabiliti definitivamente, integrandosi nella comunità locale - ricorda il prozio maranese di Giulio, Giovanni Paolo Regeni, anche lui panificatore, con tre forni a Marano, Carlino e a San Giorgio di Nogaro -; Claudio non ha però mai dimenticato le sue radici, e nemmeno suo figlio Giulio, che ha preso parte a tutte le feste e cerimonie di famiglia quando non si trovava all'estero per studio. È qui che è seppellita la zia. E tutti i parenti di parte paterna del mio sfortunato pronipote».
Monsignor Piu ricorda Claudio con grande affetto: gli facevo lezioni di religione quando era ragazzino, a scuola, a Marano. Era sveglio, intelligente, a modo: un ragazzo a posto e garbato, che poi ha fatto strada. Gli sono vicino in questo momento di grave dolore anche se non ho mai avuto l'onore di conoscere il figlio e la figlia, Irene». Le condoglianze alla famiglia di Giulio arrivano anche dal primo cittadino di Marano, Devis Formentin, a nome di tutta l'amministrazione comunale: «Sono giornate veramente difficili per il nostro paese: prima la giovane mamma di 40 anni che ci ha lasciato, poi la morte della storica e tanto amata collaboratrice del parroco e quindi il dramma del giovane Giulio».
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