Zaghetto: «Da 5 mesi viviamo nella paura, adesso è finita»

Giovedì 27 Aprile 2017
Zaghetto: «Da 5 mesi viviamo nella paura, adesso è finita»
«Posso dire di essere un po' sollevato, ma da cinque mesi io e tutta la mia famiglia viviamo male». Gino Zaghetto, 44 anni, titolare della trattoria Da Gambaro di via Bagnoli a Cadoneghe, ha appreso dalla rete dell'arresto dei rapinatori che lo stavano aspettando. «Non sapevo nulla ha commentato Zaghetto né che la polizia stesse controllando, né di essere sorvegliato dai malviventi. Ed è stato meglio così perché sono stato tranquillo e ho continuato a fare la vita di sempre, anche se viviamo nella paura». La notizia dell'arresto da un lato ha rincuorato Gino e la sua famiglia perché le forze dell'ordine hanno svolto indagini e appostamenti per individuare i malviventi. Dall'altro l'ha però riportato a quella fredda mattina di lunedì 28 novembre, quando è stato aggredito e picchiato davanti agli occhi del figlio di nove anni, in auto, pochi secondi dopo essere uscito di casa. Quella mattina Zaghetto, era sceso dalle scale di casa per raggiungere la sua Opel Agila parcheggiata davanti al cancello. Doveva accompagnare il figlio a scuola. Non appena il bambino è salito sul sedile posteriore, alle spalle è piombata una Wolkswagen Golf di colore grigio chiaro che ha tamponato l'Opel. Dalla Golf sono saltati giù due uomini che in un lampo si sono scagliati contro l'uomo, picchiandolo e intimando di consegnare i soldi. «Da quel giorno la nostra vita è cambiata e siamo costretti a guardarci le spalle e a essere diffidenti continua Gino per come sono io questo è un brutto vivere. La mia preoccupazione più grande, naturalmente, è per mio figlio perché voglio che viva il più tranquillo possibile e non sappia di tutta questa vicenda. Io e mia moglie cerchiamo di non parlarne quando c'è lui proprio perché a dieci anni ha il diritto di vivere spensierato. E non è vero che i bambini superano le cose brutte più in fretta degli adulti e che i segni non restano: da tre generazioni la mia famiglia gestisce il ristorante e ho in mente quando mio zio è stato rapinato e picchiato. Ero piccolo, ma ricordo tutto come fosse oggi». L'arresto di ieri può essere collegato con l'aggressione e la tentata rapina di novembre? «Potrebbero anche essere collegate aggiunge Zaghetto ma le indagini sono ancora in corso e quando saranno concluse farò il mio commento. A novembre i due che mi hanno aggredito erano italiani da come parlavano, e italiani sono anche i due arrestati di oggi (ieri, ndr). Purtroppo questa situazione è pesante da gestire perché ogni mattina quando esco di casa mi guardo attorno prima di far uscire anche mio figlio».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci