«Volevamo solo recuperare lo zaino rubato nella Fiesta»

Mercoledì 26 Aprile 2017
«Volevamo solo recuperare lo zaino rubato nella Fiesta»
«Non ci abbiamo pensato su troppo, il nostro amico ha visto il ladro e, forte dei suoi allenamenti a softair, ha deciso di rincorrerlo in attesa della polizia. Così abbiamo aiutato a fermare il malvivente. Peccato invece per la refurtiva che non è stata ritrovata». Quella di domenica sarà una serata che tre ragazzi, appena usciti dalla cena alla birreria Spiller, non dimenticheranno mai.
A qualche ora di distanza da quei minuti al cardiopalma, due di loro hanno deciso di raccontare com'è andata. Dopo aver trascorso qualche ora in allegria all'interno del ristorante in zona Arcella, uno di loro, un 36enne veneziano, uscendo nel parcheggio ha sentito il rumore di vetri infranti e ha scorto un ladro che stava fracassando i finestrini delle auto dei due suoi amici. L'uomo, dunque, ha chiamato gli altri ragazzi e ha iniziato a inseguirlo, in attesa della polizia, che poi ha arrestato il malvivente, un tunisino 29enne, Fahmi Hedfi.
«Ho visto un uomo che correva dal parcheggio verso un fossato - racconta il 36enne - e gli siamo corsi dietro. In quel momento è arrivata anche una pattuglia della polizia dopo la nostra segnalazione al 113. Gli agenti poi l'hanno catturato». Nessuna paura? Il giovane assicura di no: «Ho reagito d'istinto. Non me ne sono reso conto. Facendo softair ci inseguiamo per i campi ogni settimana». L'obiettivo, in ogni caso, non era fare gli eroi, ma «recuperare lo zaino del nostro amico».
D'altro canto, come racconta l'altro amico, un vicentino di 35 anni, proprietario di una delle due auto danneggiate dal ladro, una Volvo, proprio il terzo ragazzo, un 25enne di Maserà, aveva avuto i danni maggiori: «Prima hanno sfondato la sua auto, una Fiesta, con una spranga di ferro trovata in un cantiere lì vicino, e gli hanno sottratto lo zaino con all'interno il portafoglio e una videocamera, poi hanno iniziato ad accanirsi sulla mia, ma non hanno fatto in tempo a rubare nulla».
La presenza del poliziotto, infine, ha dato loro sicurezza: «Ci ha spinto l'istinto ad agire - continua il vicentino - ma sapevamo che un agente era con noi e la cosa ci ha rassicurato. Il tutto si è svolto nell'arco di una decina di minuti. Noi abbiamo rincorso il ladro, ce l'avevamo a 300 metri, poi grazie all'intuizione del poliziotto rimasto in auto, che gli ha tagliato la via di fuga, gli agenti sono riusciti a fermarlo».
Peccato, però, per la refurtiva, che non è stata ritrovata: «È probabile - spiega il proprietario della Volvo - che i malviventi fossero due e che uno sia riuscito a scappare con il bottino. In ogni caso sono rimaste tracce di sangue perché i ladri si sono feriti con i vetri. Magari con il Dna la polizia scientifica riuscirà a scovarlo».

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