Vendemmia , raccolta a rischio

Sabato 19 Agosto 2017
Vendemmia , raccolta a rischio
(L.Mar.) Le temperature elevate delle ultime settimane determinano un anticipo della vendemmia, con una riduzione della quantità di uva raccolta e in un contesto che vede le aziende sempre più in difficoltà nel trovare manodopera per questa attività. Dopo aver soppresso i voucher, e aver introdotto il contratto di lavoro occasionale che, pur non rappresentando una soluzione a nulla, almeno voleva essere un pallido tentativo di colmare un preoccupante vuoto normativo, oggi, a ridosso delle imminenti attività di vendemmia, anche questo strumento è, nei fatti, impraticabile.
Il ritardato rilascio agli intermediari della piattaforma INPS a fine luglio, le mancate implementazioni della stessa che non tengono conto delle specificità agricole (comunicazione preventiva nei 3 giorni , la farraginosità operativa riservata alle associazioni agricole (devono essere ricaricate tutte le deleghe degli agricoltori), prospettano una trasformazione difficoltosa, che non consentirà di attivare questo contratto velocemente. Ammesso che gli agricoltori siano dotati di Pin personale, è inammissibile pensare che abbiano il tempo di registrarsi sulla piattaforma e operare da soli.
«L'opera di smantellamento dell'unico strumento che poteva dare trasparenza e tracciabilità alle tipologie di attività occasionali, viene portata a termine nel silenzio generale, e con gravi conseguenze per gli agricoltori commenta il Direttore di CIA Padova, Maurizio Antonini -. Si ricordi che il primario è stato l'unico settore in cui si registrava il minor utilizzo dei voucher, al di sotto del 2% del totale. La loro abolizione si sta ripercuotendo sulle aziende agricole, a breve impegnate nella raccolta delle uve, attività per la quale si rende necessaria manodopera».
Sono stati 134.055.536 i voucher venduti in Veneto nel 2016, e 108.111.376 quelli relativi al 2015. A Padova e provincia, il totale dei voucher venduti nel 2015 è stato pari 3,5 mln e, di questi, solo 224 mila hanno riguardato i settori dell'agricoltura, lavori domestici e giardinaggio, pari a meno del 10% della quota complessiva. Pur essendo stato il primo settore a sperimentare i voucher nel 2008, l'agricoltura ha dimostrato sempre un uso corretto dello strumento, che non si pone in contrapposizione con i rapporti di lavoro subordinato. I dati parlano chiaro: dal 2008 al 2015 il settore ha utilizzato il 4,8% rispetto ai voucher venduti, con un calo drastico nell'ultimo anno, che si attesta all'1,8%.

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