Unioni civili ma con divieti Tralaltro presenta un ricorso

Sabato 3 Dicembre 2016
(Al.Rod.) Contro i paletti messi dall'amministrazione Bitonci alle unioni civili arriva il ricorso al Tar del circolo dell'Arcigay Tralaltro che lo scorso 3 novembre ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo di Venezia, per eccesso di potere e violazione della legge, la nota del capo settore dei Servizi demografici con cui si mettevano delle limitazioni alla legge sulle unioni civili varata dal governo Renzi. In particolare la giunta leghista aveva deciso di non celebrare le unioni a palazzo Moroni. Non solo. Era fatto anche divieto di officiare i matrimoni arcobaleno il sabato. Insomma l'amministrazione Bitonci non aveva fatto nulla per celare il suo fastidio rispetto ad una legge che considerava come fumo negli occhi. Di conseguenza ha cercato di determinare una netta distinzione tra i matrimoni e unioni. Da qui la decisione dell'Arcigay di fare ricorso alla giustizia amministrativa. Una linea che, a più più riprese, l'ex sindaco del Carroccio aveva rivendicato con orgoglio. «Il Governo ha imposto la fiducia sul provvedimento in esame alla Camera, di fatto escludendo l'obiezione di coscienza per i parlamentari - aveva commentato Bitonci il giorno del varo della legge da parte del parlamento - Da sindaco, mi riserverò il diritto di obiettare e non celebrerò mai matrimoni fra persone dello stesso sesso. Eventuali relazioni fra coppie omosessuali possono essere regolarizzate con contratti di natura privatistica». Di fatto era scattato un vero e proprio embargo anche per tutta la maggioranza. Nessun consigliere e nessun assessore in questi mesi hanno infatti dato la loro disponibilità a celebrare un'unione civile. È curioso però sottolineare un fatto: a dare il via libera alla costituzione in giudizio contro il circolo Tralaltro ieri è stato il commissario Michele Penta.

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